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Secondo una definizione "classica", il sovrappeso è una condizione fisica legata ad un eccesso di peso corporeo rispetto ai valori considerati normali in base alla statura. In realtà, tale definizione è alquanto imprecisa, infatti, il sovrappeso non si identifica certo nel valore assoluto della massa corporea in relazione alla statura, bensì nel rapporto tra la massa priva di grasso (FFM) e quella grassa (FM). Questa precisazione è essenziale, in quanto un "eccesso", per così dire, di massa priva di grasso non costituisce certo una patologia anzi sarebbe auspicabile, mentre un eccesso della massa grassa, intesa ESCLUSIVAMENTE come adiposa, escludendo il grasso essenziale, può compromettere lo stato di salute del soggetto. D'altro canto, è opportuno precisare che in un soggetto "normale", cioè non dedito ad attività che tendono ad aumentare la massa muscolare (tipo: body building, sollevamento pesi, power lifting e altre discipline che richiedano un incremento del trofismo muscolare), solo MOLTO RARAMENTE il sovrappeso potrebbe dipendere da un "eccesso" di massa priva di grasso. Quello che invece può manifestarsi in tali soggetti è un DIFFERENTE GRADO DI SOVRAPPESO. Il sovrappeso si identifica e si valuta soprattutto mediante l'Indice di Massa Corporea (IMC) o Body Mass Index (BMI). Questa formula correla la statura (espressa in metri, elevandola al quadrato) al peso (espresso in chilogrammi), ovvero: kg/h2. Il sovrappeso è stimato come un valore superiore o uguale a 25,0 mentre per un valore che va oltre il 29.9 si rende necessario evidenziare tale eccesso ponderale col termine di OBESITA' ed i vari livelli della stessa.
BMI CONDIZIONE
< 16.5 GRAVE MAGREZZA
16-18,49 SOTTOPESO
18.5-24,99 NORMOPESO
25-29,99 SOVRAPPESO
30-34,99 OBESITÀ CLASSE I (lieve)
35-39,99 OBESITÀ CLASSE II (media)
> 40 OBESITÀ CLASSE III (grave)
Ovviamente, trattandosi di una valutazione che NON tiene conto dell'importanza della massa priva di grasso, è necessario che il BMI venga ampliato e completato dalla stima della costituzione ossea e del tipo morfologico del soggetto.
La costituzione ossea: valuta lo spessore dei segmenti scheletrici (misurabili con la circonferenza del polso contro laterale rispetto al dominante, presa nel punto più stretto).
Il tipo morfologico: stima il rapporto tra la grossezza delle ossa con la statura.
La differenza di costituzione ossea e tipo morfologico incide sulla massa priva di grasso, quindi sul peso corporeo; ciò significa che ogni soggetto ha un peso fisiologico desiderabile (quello che implica il 15% di massa grassa nell'uomo e il 24% nella donna) al quale corrisponde un certo BMI. L'ambito di normalità tra persone esili longilinee e robuste brevilinee (estremi inferiore e superiore del range) è compreso tra 18,5 e 24,9 di BMI.
In conclusione, statisticamente non si riconoscono IMC fisiologici desiderabili per soggetti sedentari ≥ 25,0 (il che significa che a 25,1 corrisponde sempre il sovrappeso) tuttavia, la gravità dell'uno o dell'altro eccesso ponderale può essere piuttosto differente a seconda del caso. Un soggetto in sovrappeso con BMI di 26,0, che ha un IMC fisiologico desiderabile di 18,5, ha un esubero adiposo certamente più importante rispetto ad un soggetto di pari BMI ma con IMC fisiologico desiderabile di 24,9.
Il sovrappeso rappresenta in qualche modo un pericolo?
Parlando di sovrappeso, intanto andrebbero escluse le condizioni di franca obesità tenendo in considerazione solo la fascia di BMI compresa tra 25,0 e 29,9 ed andrebbe precisato che il sovrappeso è sempre nocivo per la salute ma non per tutti i soggetti allo stesso modo; a questo proposito entrano in gioco variabili come: la distribuzione del grasso (androide o ginoide), il sesso, l'età, i fattori metabolici, le eventuali predisposizioni genetiche o familiari a certe patologie, il livello di attività fisica motoria, l'alimentazione complessiva ecc. ei soggetti in sovrappesoSi valuteranno le misure corporee, più precisamente si valuterà la circonferenza vita oltre che il rapporto vita/fianchi (WHR) nei soggetti in sovrappeso.
Una volta accertata la condizione di sovrappeso mediante l'utilizzo del BMI adattato alla costituzione e al tipo morfologico, è essenziale determinare se questo eccesso ponderale posa nascondere una pericolosità superiore a quanto ci si possa aspettare. Va tenuto presente che la distribuzione del grasso incide più o meno negativamente sullo stato di salute in base alle zone interessate. Nello specifico, il sovrappeso caratterizzato da un deposito prevalentemente addominale (potenzialmente evolvibile in obesità androide o conformazione a mela) e, peggio, un deposito adiposo di natura viscerale, aumenta significativamente il rischio di compromissioni metaboliche. La correlazione è di tipo diretto ed indiretto. Il primo legame si riconduce ad un vero e proprio scompenso dell'equilibrio lipidemico nonché ormonale; il secondo allo stile di vita che, per forza di cose, è caratterizzato da una attività motoria scarsa (o comunque insufficiente) e da uno squilibrio alimentare.
A soffrire di sovrappeso addominale e/o viscerale sono prevalentemente gli uomini e le donne dopo la menopausa (in questo caso, per una variazione dell'assetto ormonale). Le patologie più frequentemente associate a tale condizione sono: iperlipemie e dislipidemie (ipercolesterolemia totale e LDL, ipertrigliceridemia, ipocolesterolemia HDL), ridotta tolleranza glucidica, iperinsulinemia, diabete mellito tipo 2, ipertensione arteriosa, iperuricemia, aumento dei fenomeni infiammatori sistemici (identificabili con dei marker ematici, tipo la proteina C reattiva), aterosclerosi e compromissioni cardio-circolatorie. Sono statisticamente ben presenti anche patologie gastro-intestinali, disordini epatici, renali etc.
Ecco che, a parità di BMI, per valutare la pericolosità del sovrappeso, è importante stimare l'entità del deposito addominale e/o viscerale. Il metodo più utilizzato a tale scopo, consiste nella misurazione della circonferenza vita presa nel punto più stretto rispetto al piano frontale (circa nella regione ombelicale). La rilevazione va eseguita con un nastro metrico, senza indumenti e senza stringere troppo; la misura è espressa in centimetri e va inquadrata su una scala differente tra uomo e donna. Per l'uomo, il rischio aumenta quando questa supera i 95 cm, mentre per la donna nel caso in cui oltrepassi gli 80 cm (tralasciamo la scala di gravità, in quanto nel sovrappeso difficilmente avremo valori molto elevati, invece frequenti nell'obesità).
La determinazione della sola circonferenza vita, a volte, potrebbe non bastare; si tratta di un dato che in effetti non considera la conformazione muscolare e scheletrica del soggetto; pertanto, prima di valutare con certezza la "gravità" del sovrappeso di tipo androide, è opportuno cercare di capire se si tratta effettivamente di conformazione "a mela". Per fare ciò è sufficiente eseguire un rapido test WHR (Waist to Hip Ratio) che prevede, con il metodo precedente, la misurazione della circonferenza vita e quella dei fianchi (sul piano frontale quest'ultima corrisponde alla massima prominenza glutea, ovvero il punto più largo). Dividendo la prima misura per la seconda si ottiene un coefficiente; questo coefficiente conferma il sovrappeso androide solo se > 0,85 negli uomini e > 0,79 nelle donne.
Per cui, per rendersi conto se un soggetto risulti effettivamente sovrappeso e capire quale possa esserne il grado, è necessario:
Esempi di sovrappeso (di cui uno di scarso rilievo ed un altro preoccupante)
Esempio 1: soggetto maschile, 30 anni, ex-calciatore che attualmente si tiene in forma a livello amatoriale, BMI 27, costituzione robusta e tipo morfologico normolineo, circonferenza vita 98cm, WHR 0,85, valori ematici e pressori nella norma, nessuna familiarità per compromissioni cardio-circolatorie o malattie metaboliche. E' evidente che il soggetto sia in sovrappeso e che, obiettivamente, debba ridurre la propria massa adiposa. Tuttavia, considerando l'età, le caratteristiche antropometriche e altri fattori di rischio (assenti nell’anamnesi), è possibile affermare che (statisticamente) questo soggetto non sia "tra i più a rischio". Inoltre, sono fattori positivi anche il trascorso da atleta e la buona massa muscolare rispetto alla norma. Ricordiamo che sarebbe comunque auspicabile ridurre il sovrappeso onde evitare che possa peggiorare evolvendo in obesità, compromettendo in tal modo lo stato di salute e la qualità della vita.
Esempio 2: soggetto femminile, 55 anni in menopausa, casalinga da sempre, ha avuto 3 figli, BMI 26,5, costituzione esile e tipo morfologico normolineo, circonferenza vita 94 cm, WHR 0,80, ipertesa cronica e con glicemia alterata da un anno. Il sovrappeso tende ad essere ingravescente per cui questo soggetto, all'opposto del caso precedente, è un soggetto a rischio. La distribuzione del grasso è tendenzialmente androide, il sovrappeso è quindi concentrato nella fascia addominale e, oltre ad un'ipertensione primaria, subentra progressivamente una compromissione della tolleranza glucidica verosimilmente associata ad iperinsulinemia. Un trascorso di vita sedentario e l'attuale inattività compromettono il bilancio tra la FFM e la FM tendendo a peggiorare lo stato di salute generale. Per non compromettere irrimediabilmente il suo stato di salute per questo soggetto si rende necessaria una riduzione della massa grassa per mezzo di una dieta adeguata e di attività fisica costante e a lei adatta.
Da quanto esposto emerge che se in un soggetto si dovesse rilevare sovrappeso, per tenere sotto controllo il suo stato di salute, è necessario valutare:
La sua distribuzione dell’adipe;
Il suo stile di vita, passato e presente;
I fattori di rischio metabolici ed ereditari.