Dott. Vincenzo Alvino

SPECIALISTA IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
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Come Stimare E Gestire Il Rischio Trombotico

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

Pillola: come valutare e gestire il rischio trombotico 

E’ opportuno fare una scrupolosa raccolta dell'anamnesi familiare, fisiologica e personale, in base a ciò si deciderà se fare eventuali indagini di laboratorio e quindi si deciderà se prescrivere o meno la pillola. L'anamnesi talora non è sufficientemente dirimente soprattutto nelle giovanissime, nulligravide, che assumono la pillola da un anno e con scarsa conoscenza della propria anamnesi familiare in quanto in tali casi una eventuale trombofilia potrebbe non essersi ancora manifestata o non essere affatto conosciuta. Solo nei casi a rischio o dubbi può essere indicato fare lo screening delle trombofilie in quanto è costoso e talora anche inaccurato in quanto va considerato che le oltre 100 mutazioni finora conosciute, spiegano soltanto il 20-50% dei casi di trombosi. 

In particolare va ricordato, e sottolineato alle pazienti, che una gravidanza è molto più rischiosa del’uso dei CO e che il rischio di andare incontro a gravidanze indesiderate è maggiore in chi non usa i CO o qualsiasi altro metodo contraccettivo reversibile. L'impatto dei contraccettivi orali sul rischio di trombosi venosa profonda è massimo nel primo anno di utilizzo e non sembra essere particolarmente rilevante il tipo di CO utilizzato, se cioè è un CO a basso dosaggio o meno.

Il rischio trombotico va valutato per ogni paziente e deve essere dato come informazione all'atto della prescrizione ed in termini assoluti è così espresso: 

  • di circa 9/100.000 utilizzatrici ogni anno nell'età di 20-24 anni

  • 18/100.000 all'età di 40-44 anni.

  • Il rischio è maggiore, soprattutto nelle fumatrici, oltre i 35 anni, o se emergono all'anamnesi episodi tromboembolici avvenuti in giovane età (< 45 anni) e senza fattori favorenti (chirurgia, immobilizzazione, ecc). 

I principali fattori di rischio che potrebbero pregiudicare l’uso dei contraccettivi orali sono rappresentati da: 

  • Tromboembolismo venoso

  • Embolie arteriose

  • Episodi pregressi di tromboembolismo

  • Fumo

  • Trombofilie

  • Diabete non controllato

  • Familiarità per tromboembolia

  • Ipertensione

  • Immobilizzazione

  • Obesità

  • Valvulopatie cardiache

  • Fibrillazione atriale

  • Età 

La raccolta dell'anamnesi

In base ad una anamnesi accurata si potrà decidere di prescrivere o meno la pillola.

 

In riferimento ad alcune segnalazioni sul presunto maggior effetto trombotico dei progestinici di terza generazione va chiarito che: 

  • L’entità del presunto rischio aggiuntivo è modesta, se considerata in valore assoluto;

  • Gli studi comparativi tra progestinici non sono esenti da limiti metodologici;

  • La scelta di un progestinico di seconda o terza generazione è pertanto un criterio di scelta dei contraccettivi orali (CO) di secondaria importanza;

  • Bisogna prestare la massima attenzione all'atto della prescrizione nell'individuare anamnesticamente, ed eventualmente con esami di laboratorio, le pazienti a rischio trombotico, qualunque sia il tipo di CO che si desidera prescrivere, in particolare se è la prima assunzione in donne che non hanno ancora avuto gravidanze.

  • L'obesità, fattore di rischio trombotico sia arterioso che venoso, ed il fumo, fattore di rischio per le tromboembolie arteriose, devono richiamare l'attenzione in quanto controllando questi fattori si riesce a ridurre significativamente il rischio di tromboembolismo.

  • Le vene varicose e le flebiti superficiali hanno un ruolo ancora controverso.

  • Va ricordato che la gravidanza ha un rischio trombotico maggiore rispetto all’uso dei CO.

 

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