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Le formulazioni di Contraccettivi Orali a basso dosaggio, in donne in buona salute, non fumatrici e senza controindicazioni, possono essere proseguite fino all’età della menopausa, considerando comunque che il contenuto di estrogeni nei CO è da 4 a 10 volte maggiore rispetto all'HRT.
Pertanto va fatto un accurato bilancio dei rischi e dei benefici dal punto di vista medico e, naturalmente, la donna va coinvolta attivamente nella scelta rendendola edotta anche dei possibili potenziali benefici che potrebba trarre dal loro utilizzo quali:
Contraccezione;
Regolarizzazione del ciclo;
Prevenzione dei sanguinamenti uterini anomali e della necessità di ricorrere ad eventuali procedure chirurgiche;
Mantenimento della massa ossea e prevenzione delle fratture;
Prevenzione e terapia dei sintomi climaterici;
Mantenimento della distribuzione ginoide dell'adipe;
Protezione dalle neoplasie ovariche ed endometriali.
Le donne in premenopausa tendono a sottovalutare la loro fertilità, che effettivamente è molto ridotta ma non tanto quanto comunemente si ritiene. Ciò è confermato dall'incidenza di interruzioni volontarie di gravidanza oltre i 40 anni in quanto gran parte delle gravidanze sono indesiderate in questa fase della vita ed inoltre sono gravidanze a maggior rischio per abortività, anomalie cromosomiche, ipertensione gestazionale, patologie concomitanti alla gravidanza, rischio trombotico e necessità di eseguire un taglio cesareo.
Benefici relativi alla prosecuzione dei CO in premenopausa
La Contraccezione Ormonale in premenopausa agisce su vari fattori tra i quali vanno ricordati:
Ovulazione meno prevedibile;
Gravidanze indesiderate e a maggior rischio ostetrico;
Regolarizzazione del ciclo;
Cicli raccorciati e irregolari;
Prevenzione dei sanguinamenti uterini anomali;
Anovulazione e/o deficit della fase luteale;
Mantenimento della massa ossea e prevenzione delle fratture;
Inadeguati livelli di estrogeni e/o progesterone;
Prevenzione e terapia dei sintomi climaterici;
Sintomi climaterici che posson o manifestarsi anche prima della cessazione delle mestruazioni;
Mantenimento della distribuzione ginoide dell'adipe;
Iperandrogenismo relativo al calo degli estrogeni e della SHBG;
Protezione dalle neoplasie ovariche ed endometriali;
Neoplasie correlate all'iperestrogenismo relativo o alla continua ovulazione e protette dai CO anche per molti anni dopo la sospensione.
Nelle utilizzatrici della pillola in premenopausa è difficile stabilire il momento in cui effettivamente cessa l'attività ovarica. Per saperlo può essere utile interrompere il CO verso i 50 anni o anche prima, se vi è familiarità per menopausa precoce o se vi sono sintomi climaterici non mascherati dal CO. La valutazione dei livelli ormonali di FSH ed estradiolo presuppone la cessazione del mestruo o può essere fatto alla fine del periodo di sospensione mensile. Non è tuttavia un parametro sufficientemente attendibile in quanto tali valori ormonali fluttuano notevolmente in questa fase della vita e un riscontro di valori elevati di FSH non esclude la possibilità di ovulazioni, anche se le rende multo poco probabili. La valutazione ecografica della rima endometriale e soprattutto del volume e della morfologia ovarica, in mani esperte, può dare informazioni molto utili. Se le mestruazioni cessano prima dei cinquant'anni è prudente proseguire l'utilizzo di precauzioni contraccettive, anche non ormonali, per due anni dopo l'ultima mestruazione spontanea e per un solo anno se la donna ha oltre 50 anni. Si dovrebbe in ogni caso sospendere la pillola nelle donne sintomatiche, se il rapporto rischi-benefici propende per i rischi.