Dott. Vincenzo Alvino

SPECIALISTA IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
PERFEZIONATO IN ECOGRAFIA E MEDICINA PRENATALE
a chi
ci rivolgiamo
servizi
offerti
Linea diretta per
informazioni e/o appuntamenti
Telefono studio
0564 412428 - 0564 416145

Cellulare
339 6461489

Email
info@vincenzoalvino.it

Seguici su
Sito in continuo aggiornamento.
Per eventuali commenti/segnalazioni
inviare una mail a: info@vincenzoalvino.it

Ultimo aggiornamento il 09/02/2016 alle ore 13:41


IEO

Home » Ginecologia » Contraccezione - Consigli »

Ridurre Gli Effetti Collaterali

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

Come ridurre gli effetti collaterali legati all'uso della pillola 

Innanzitutto è preferibile spiegare anticipatamente i possibili e più frequenti effetti collaterali, prima che eventualmente la donna possa sperimentarli. Vale la pena rassicurare che generalmente tali effetti collaterali non sono dannosi e tendono a risolversi spontaneamente, come ad esempio capita con le perdite ematiche intermestruali. E' utile sottolineare invece quelli che possono essere iniziali segnali di rare complicanze, come ad esempio le trombosi, invitando a segnalarli tempestivamente.

Fare riferimento alla scheda tecnica aiuta la donna a comprenderne il significato e i limiti. E’ meglio comunque affrontare prima l'argomento piuttosto che lasciare la paziente impreparata ad interpretare i messaggi piuttosto ansiogeni contenuti nel foglietto illustrativo, che spesso inducono a sospendere l'uso per sovrastima o non adeguata comprensione dei rischi.

Generalmente i CO a basso o bassissimo dosaggio tendono ad essere meglio tollerati. Quelli a dosaggio maggiore hanno probabilmente il solo vantaggio del controllo del ciclo mestruale, inoltre sono meno suscettibili alle interazioni farmacologiche e agli effetti negativi dell'assunzione non regolare. Tuttavia la variabilità della risposta individuale è tale per cui il dosaggio delle varie pillole in commercio è un criterio di scelta puramente indicativo.  

Gli effetti collaterali che più spesso inducono a sospendere i CO sono: 

  • Un aumento di peso;

  • Gli effetti sul tono dell'umore;

  • Alcuni effetti collaterali sono almeno in parte determinati dalla paziente stessa in caso di assunzione non regolare o di interazione con il fumo di sigaretta o con farmaci;

  • Talora la presenza di infezioni endouterine asintomatiche da Chlamydia trachomatis può essere la causa di perdite ematiche intermestruali in corso di assunzione dei CO. 

 

Effetti collaterali dovuti a un possibile eccesso di Estrogeni: 

  • Nausea, vomito;

  • Cefalea durante l'uso, emicrania;

  • Mastodinia, tensione mammaria;

  • Ritenzione idrica ed aumento di peso;

  • Cloasma.

 

Effetti collaterali dovuti a una possibile carenza di Estrogeni: 

  • Vampate, sudorazioni;

  • Nervosismo;

  • Spotting intermestruale;

  • Secchezza delle mucose vaginali.

 

Effetti collaterali dovuti a un possibile eccesso di Progestinici: 

  • Senso di fame;

  • Aumento di peso;

  • Cefalea alla sospensione;

  • Depressione, calo della libido;

  • Acne, seborrea (se il progestinico è di tipo androgenico);

  • Riduzione del flusso mestruale.

 

Effetti collaterali dovuti a una possibile carenza di progestinico: 

  • Ritardi mestruali;

  • Flussi mestruali abbondanti con coaguli.

 

Il tipo di progestinico è di fondamentale importanza nel determinarne la tollerabilità ed i progestinici migliori sembrano essere quelli a minore androgenicità. 

La paziente va informata che le emicranie, particolarmente se con segni neurologici, vanno prontamente riferite in quanto rappresentano una importante controindicazione ai CO. Per gli altri tipi di cefalee può essere utile provare a cambiare tipo di pillola. Si può suggerire di fare cicli di assunzione più lunghi con periodi di sospensione più diradati, nel caso in cui le cefalee compaiano nel periodo di sospensione. 

I contraccettivi orali combinati a basso o bassissimo dosaggio possono dare perdite ematiche, soprattutto nei primi mesi di assunzione. E' meglio spiegare sempre prima dell'assunzione che questi effetti sono possibili in quanto questo rappresenta uno dei principali motivi di interruzione della pillola, chiarendo che non sono pericolosi e avendo un pò di pazienza, tenderanno a ridursi nel tempo. Il fatto di non assumere regolarmente il CO, determina un rischio relativo di perdite intermestruali nel primo ciclo e nei successivi aumenta.

I contraccettivi a base di soli progestinici potrebbero danno perdite intermestruali ancora più spesso, a causa della struttura fragile dell'endometrio dovuta alla stimolazione solo progestinica. La prevalenza delle perdite ematiche intermestruali è 2-3 volte maggiore tra le utilizzatrici di CO con infezione da Chlamidia rispetto alle donne che non presentano tale infezione. Le perdite ematiche intermestruali, che insorgono in donne in cui lo stesso contraccettivo orale in precedenza non dava questo sintomo, potrebbero significare l’aver acquisito un'infezione da Chlamidia, infezione che andrebbe in ogni caso confermata con metodiche affidabili e trattata adeguatamente.

Le fumatrici che fanno uso di CO non solo possono avere un'incidenza maggiore di perdite ematiche intermestruali, ma queste non tendono a ridursi con il protrarsi dell'uso rispetto a quanto accade alle non fumatrici. Il rischio relativo, tra fumatrici e non, aumenta con la durata d'uso del CO. L'aumento è anche proporzionale al numero di sigarette fumate. Si deve anche far attenzione ad eventuali interazioni farmacologiche misconosciute che possono causare emorragie da rottura.

L'inizio dell'assunzione della pillola verso il termine del sanguinamento mestruale, cioè entro il quinto giorno, migliora l'efficacia contraccettiva e riduce le perdite intermestruali. In questa fase infatti la riepitelizzazione dell'endometrio è quasi completa e inizia la proliferazione stromale. Anche la riduzione dell'intervallo di assunzione, da 7 giorni a 4, potrebbe ridurre ieventuali sanguinamenti intermestruali.

Le formulazioni trifasiche e bifasiche tendono a dare meno spotting in quanto hanno un dosaggio estrogenico relativamente maggiore e mimano meglio il ciclo fisiologico. L'aggiunta di estrogeno ad un CO a bassissimo dosaggio o l'assunzione contemporanea di acido mefenamico possono aiutare a diminuire o eliminare lo spotting. 

Sintomi menopausa - La visita ginecologica