Dott. Vincenzo Alvino

SPECIALISTA IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
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Ultimo aggiornamento il 09/02/2016 alle ore 13:41
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Infezione Da Cytomegalovirus

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

L’INFEZIONE DA CYTOMEGALOVIRUS IN GRAVIDANZA

Il citomegalovirus (CMV) è un virus, cioè un piccolissimo organismo che entra in alcuni tipi di cellule del nostro organismo dentro le quali si replica in modo parassitario e le porta a morte. Da ogni cellula infettata possono fuoriuscire centinaia di CMV uguali a quello che le ha infettate. Come tutti i virus, anche il CMV non si vede ad occhio nudo, ma solo al microscopio elettronico. Appartiene, alla stessa famiglia di virus della:

  • Varicella;

  • Mononucleosi infettiva (virus di Epstein Barr);

  • Herpes labiale e genitale.

Il citomegalovirus infetta solo gli esseri umani. Durante l'infezione, anche in assenza di sintomi, come frequentemente succede, il virus si trova in uno o più dei seguenti materiali organici:

  • Le secrezioni oro-faringee;

  • L'urina;

  • Le secrezioni cervicali e vaginali;

  • Lo sperma;

  • Il latte materno;

  • Le lacrime;

  • Le feci;

  • Il sangue.

La trasmissione del virus avviene per contatto diretto tra una persona infetta e un ricevente oppure (più raramente) indiretto, cioè mediato dall'uso di oggetti (ad esempio l'utilizzo dello stesso bicchiere o dello stesso spazzolino da denti). La propagazione dell'infezione è favorita dal fatto che il virus viene eliminato per periodi molto lunghi e dal fatto che la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico, compatibile, quindi, con una normale vita di relazione del soggetto infetto.

Se il soggetto infetto è immunocompetente, cioè ha un sistema immunitario che risponde correttamente alle aggressioni, l'infezione di norma decorre in modo asintomatico o con sintomi modesti quali febbricola persistente, mialgie, adenomegalia. Al contrario molte infezioni si traducono in vere proprie malattie (polmonite, epatite, ecc.) se i soggetti infetti hanno ridotte difese immunitarie. Questi includono i soggetti sottoposti a trapianto d'organo e di midollo, i soggetti già infettati da HIV, i pazienti con patologie neoplastiche, ma anche individui debilitati, anziani e neonati prematuri. Le donne in gravidanza per il fatto di essere immunocompetenti, ma lievemente e temporaneamente inmunodepresse, grazie alla produzione da parte della placenta di sostanze ad effetto immunosoppressore, si trovano in una situazione particolare.

Il virus ha la caratteristica particolare di non abbandonare l'ospite ma di mantenersi in esso latente. Infatti, una volta cessata l'infezione attiva, il CMV, come gli altri virus erpetici, non abbandona definitivamente l'organismo, evento che, invece, è la norma nella maggior parte delle infezione virali, ma si stabilisce in forma "latente" in alcune sedi cellulari. I monociti del sangue periferico, l'epitelio dei tubuli renali e l'epitelio delle ghiandole salivari. Da queste sedi il virus è pronto a riprendere l'attività qualora le difese dell'organismo scendano sotto una soglia, che al momento non e quantizzabile.

 

Frequenza delle infezioni congenite da CMV

Il CMV è la causa maggiore di infezioni congenite, qualora contratto durante la gravidanza. Fattori di rischio sono rappresentate da:

  • La giovane età della madre;

  • La promiscuità sessuale;

  • La scarsa igiene;

  • Il contatto prolungato con bambini piccoli;

  • Molto più frequenti sono le infezioni contratte in presenza di un certo grado di protezione derivante da una infezione precedente.

Si definiscono congenite quelle infezioni che la madre trasmette al feto durante la gravidanza e, di solito, sono tanto più gravi quanto più precocemente vengono trasmesse. La trasmissione avviene per via transplacentare, cioè dal sangue materno il virus infetta la placenta, si replica in essa, fino ad arrivare a contatto con il circolo fetale. Solo il 10-15% dei neonati infettati viene alla luce con sintomatologia evidente, ma un ulteriore 10-15% andrà incontro a sequele tardive. In generale circa un neonato su tremila presenta o presenterà segni clinicamente rilevanti di infezione da CMV.

La diagnosi di laboratorio e la Diagnosi Prenatale del Cytomegalovirus

La diagnosi di laboratorio del Citomegalovirus consiste in una serie di esami che non vengono eseguiti sul paziente, ma in un laboratorio su materiali prelevati dal paziente e che hanno come scopo quello di capire se nell'individuo, dal quale i materiali provengono, è in corso una infezione.

La diagnosi prenatale di infezione da CMV consiste nella ricerca del virus direttamente nel liquido amniotico prelevato mediante amniocentesi tra la ventunesima e la ventitreesima settimana di gravidanza. Questa epoca gestazionale è scelta per due motivi:

  • In letteratura sono descritti casi di risultati falso-negativi ottenuti con l'esame condotto prima della ventesima settimana in quanto il virus viene eliminato nel liquido amniotico dal rene fetale attraverso l'urina e solo dopo tale epoca gestazionale si ha una diuresi fetale giornaliera consistente.

  • Poiché dal momento della trasmissione del virus dalla madre al feto al momento della eliminazione del virus con l'urina fetale possono passare 6-9 settimane, è bene coprire il periodo più rischioso della gravidanza, cioè i primi tre mesi (12 settimane + 6-9 settimane).

 

Potrebbe risultare molto utile sottoporsi alla diagnosi prenatale in quanto:

  • Nel 70% circa dei casi il risultato darà esito negativo scoraggiando eventuali interruzioni.

  • Nel 30% circa dei casi il risultato darà esito positivo, ma solo in un terzo di essi si evidenzierà un elevato rischio per il feto.

Le donne in questa condizione verranno seguite con particolare attenzione e verrà loro data la possibilità di interrompere la gravidanza. Non si esclude che in un prossimo futuro potranno essere trattate farmacologicamente come già si fa, con successo, per le infezioni congenite da Toxoplasma. Anche i neonati saranno controllati molto accuratamente e seguiti per i primi anni di vita.

 

Alcuni consigli alle donne gravide che hanno contratto l'infezione primaria da CMV.

  • Non lasciarsi prendere dal panico. In generale il rischio che il feto corre è molto basso e dopo anni di studi e ricerca non si è ancora in grado di evidenziare quali sono le gravidanze a maggior rischio.

  • Seguire attentamente le indicazioni che vengono date e rispettare i tempi suggeriti per i vari accertamenti.

Alcuni consigli alle donne gravide sieronegative per evitare di contrarre l'infezione primaria da CMV.

  • Usare la massima attenzione nel contatto diretto con qualunque materiale organico. Se possibile, evitarlo.

  • Evitare il più possibile il contatto stretto e giornaliero con bambini in età pre-scolare.

  • Lavarsi le mani molto spesso e con estrema cura.

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