Dott. Vincenzo Alvino

SPECIALISTA IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
PERFEZIONATO IN ECOGRAFIA E MEDICINA PRENATALE
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Ultimo aggiornamento il 09/02/2016 alle ore 13:41

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ALLATTAMENTO E SVEZZAMENTO: consigli dietetici

L'allattamento comporta per la madre una notevole perdita di principi nutritivi e di energia cui la dieta deve adeguatamente supplire. Parte dell'energia deriva dalle riserve del grasso corporeo materno accumulato durante la gravidanza e il resto da una corretta alimentazione. I vantaggi per il neonato dell'allattamento con il latte materno sono numerosi ed importanti ed alcuni vantaggi del latte materno rispetto a quello artificiale sono rappresentati da:

• Valore nutrizionale superiore

• Meno allergenico

• Batteriologicamente più sicuro

• Contiene fattori antinfettivi e cellule immuni

• Meno a rischio di eccesso di calorie

• Stimola l'adeguato sviluppo di denti e mandibola

• Promuove un più stretto contatto madre-bambino

• Costare meno 

FABBISOGNI NUTRIZIONALI DURANTE L'ALLATTAMENTO

Passati i primi dieci giorni dal parto la madre che allatta produce mediamente 700 ml di latte al giorno, che in seguito possono aumentare sino a circa 800 ml die. La quantità può variare molto da donna a donna e nel tempo da 550 a 1200 ml al dì. Il calcolo del dispendio energetico dovuto all'allattamento dipende dalla quantità di latte prodotto. L'efficienza del trasferimento di energia dalla madre al neonato

è circa dell'80%, ovvero per produrre 100 ml di latte contenenti 67 Kcalorie la madre consuma circa 85 Kcal. La produzione di 800-850 ml di latte corrisponde quindi ad un dispendio energetico di circa 650 Kcal/ die, con un range di variabilità di 600-900 Kcal/die. Tenendo conto di una perdita media di peso materno di circa 0.5 kg al mese dopo il parto, l'apporto energetico giornaliero della donna che allatta deve essere aumentato di circa 450 Kcal/die fino al primo mese, poi di 530 Kcal/die nel secondo mese, di 560 Kcal/die nel terzo e poi di circa 500 Kcal/die nei mesi seguenti. In linea di massima l'alimentazione della donna che allatta non dovrebbe mai fornire meno di 1800 Kcal/die. Con lo svezzamento, a partire dal sesto mese del bambino, l'aumento dovrà essere di 550 Kcal per lo svezzamento lento ossia se prosegue la produzione di un volume di latte di 650 ml/die, e di solo 250 Kcal per lo svezzamento rapido, ossia se il 'volume di latte materno è di circa 300 ml al giorno. 

Carboidrati

Per i carboidrati non ci sono variazioni in gravidanza, rispetto alla dieta normale, cioè essi devono rappresentare circa il 55% della quota calorica totale ed essere in prevalenza carboidrati complessi. 

Proteine

Il fabbisogno di proteine dipende dalla quantità di latte secreto e dalla sua qualità, ma è comunque aumentato rispetto alle esigenze in gravidanza. Considerando che 100 g di latte materno hanno un contenuto proteico medio di 1.2 g, la perdita di proteine che si verifica con 800 ml di latte è pari mediamente a 10 g/die. Per coprire il fabbisogno si consiglia quindi di assumere una quota aggiuntiva di proteine, rispetto alla dieta abituale al di fuori della gravidanza, pari a 12-17 g/die o secondo Autori statunitensi fino ad un massimo di 25 g/die.

Lipidi

L'apporto lipidico rimane quello consigliato per una normale dieta fisiologica, cioè circa il 25-30% dell'apporto energetico totale. Vanno preferiti gli oli vegetali, in particolare olio di oliva o girasole, noci e nocciole o il pesce per l'apporto di omega 3. Gli acidi grassi essenziali, ed in particolare il DHA, sono infatti indispensabili per il normale sviluppo della retina e del cervello del feto. 

Vitamina A

Il fabbisogno aumenta da 700 a 900 mcg di retinolo equivalenti al giorno.

Vitamina D

Il fabbisogno è di 5 mcg die e può essere difficile da raggiungere nelle donne di pelle scura, nei mesi invernali, ad elevate latitudini e nelle donne che si coprono il volto con veli. 

Calcio

Il fabbisogno di calcio rimane particolarmente elevato, ovvero circa 1200 mcg/die poiché con la secrezione lattea la madre ne cede al bambino sino a 300 mcg/die.

 Iodio

Il fabbisogno di iodio è aumentato nell'allattamento da 175 a 200 mcg/die.

Ferro

Il ferro è secreto in minima quantità nel latte materno e, considerando che durante l'allattamento il ciclo mestruale è generalmente interrotto, il fabbisogno totale di ferro di una donna che allatta è pari a quello delle donne non gravide, ovvero circa 18 mcg/die.

Zinco

Le richieste di zinco durante l'allattamento sono maggiori che durante la gravidanza: il fabbisogno passa da circa 7 a 12 mcg/die.

Selenio

Il fabbisogno di selenio, aumenta da 70 a 90 mcg/die.

Acqua

Durante l'allattamento è necessario bere circa due litri di acqua al dì in quanto la disidratazione riduce la quantità di latte prodotto.

Le strategie per fare in modo che l'allattamento proceda regolarmente, senza problemi e duri a lungo, sono molto importanti. E' preferibile allattare ogni volta che il lattante mostra segni di fame piuttosto che ad orari fissi, in modo da aiutarlo a riconoscere e comunicare i suoi bisogni alimentari. E' normale che un neonato voglia succhiare fino a 8-12 volte in 24 ore. Se la sua crescita va dai 125 ai 200 grammi per settimana, pur con ampie variazioni individuali, questo rassicura i genitori del fatto che la quantità di energia e nutrienti sono sufficientemente adeguate. Si può vedere se il lattante assume abbastanza latte anche contando il numero di pannolini bagnati di pipì: normalmente dovrebbero essere circa da 5 a 7 nelle 24 ore. Se c'è necessità di aumentare la quantità di latte bisogna incoraggiare il lattante a succhiare più a lungo e più spesso da entrambe le mammelle. Anche un'atmosfera tranquilla ed una posizione comoda aiutano la fuoriuscita del latte. 

CONSIGLI SU COME ALLATTARE 

  • Iniziare entro le prime 2 ore dopo il parto: è il momento migliore affinché il lattante inizi a succhiare correttamente e stimoli un'adeguata montata lattea

  • Allattare frequentemente e a richiesta: giorno e notte seguendo la domanda del proprio bambino, non ad orari fissi

  • Dare solo latte materno: senza aggiunte di altri latti, liquidi e nemmeno l'acqua, tanto meno acqua e zucchero

  • Non usare "ciuccio" e biberon: soprattutto all'inizio dell'allattamento

  • Assumere una posizione comoda e rilassata: con bimbo ben sostenuto, pancia contro pancia e naso di fronte al capezzolo

  • Utilizzare un attacco adeguato: la bocca del bambino deve essere diretta verso il capezzolo. Quando il lattante spalanca bene la bocca, come se sbadigliasse, e sporge la lingua, porgere il seno in modo che si "attacchi" bene

  • Controllare che continui ad essere attaccato bene: la bocca del bimbo deve essere ben aperta e gran parte dell'areola del seno, non solo il capezzolo, dovrebbe stare all'interno della sua bocca. Il mento del lattante va attaccato al seno ed il labbro inferiore deve essere leggermente rovesciato in fuori, cosa non sempre facile da rilevare

  • Staccarlo dolcemente per evitare l'effetto ventosa: mettere un dito all'angolo della bocca o abbassare la mandibola del bambino quando si decide di interrompere momentaneamente l'allattamento

  • Mantenere morbidi e idratati i capezzoli: applicare sui capezzoli qualche goccia di latte dopo la poppata e lasciare asciugare, usare solo saponi delicati. Creme o disinfettanti in genere non servono.

  • La madre che allatta ha bisogno di incrementare leggermente l'apporto di calorie rispetto alla dieta abituale seguita in gravidanza e necessita circa di 500 Kcal al giorno in più rispetto al fabbisogno di energia al di fuori della gravidanza.

  • Assumere in abbondanza verdure e frutta fresca, evitando solo quegli ortaggi che sono sconsigliati durante l'allattamento in quanto possono fare assumere un sapore sgradevole al latte. Tra questi vi sono: cipolle, aglio, peperoni, asparagi, cavoli e carciofi.

  • La mamma che allatta dovrebbe consumare quotidianamente alimenti con proteine ad elevato valore biologico, quali latte, carne, pesce e uova. Evitare cibi piccanti per aggiunta di spezie, come pure evitare di consumare molluschi, crostacei e selvaggina, nonché le fritture.

  • Consumare caffè e tè con moderazione.

  • Astenersi dai super alcolici, aperitivi, vini liquorosi, mentre sono ammessi con moderazione vino e birra come in gravidanza.

  • Durante l'allattamento bisogna controllare l'assunzione di farmaci in quanto potrebbero passare nel latte materno. Leggere il foglietto illustrativo e nel dubbio consultare il medico.

 

SVEZZAMENTO

Durante lo svezzamento la madre può ritornare ad assumere una dieta "normale", o meglio, fare tesoro dei consigli nutrizionali ricevuti per correggere eventuali anomalie nutrizionali e normalizzare il proprio peso corporeo. La dieta materna ideale è quella che segue le linee guida per una sana alimentazione, che nei principi di base sono molto simili ai consigli dati specificamente in gravidanza. Se la madre desidera avere un altro bambino entro un termine breve è ancora più importante assicurare un adeguato apporto di acidi grassi omega 3. La scorta materna di questi acidi grassi essenziali è infatti particolarmente lunga e difficile da ripristinare dopo il parto. Maggiore sarà l'apporto più ne potrà cedere al prossimo figlio al fine di favorirne lo sviluppo e la funzione del sistema nervoso centrale.

A partire dal sesto mese di vita postnatale, avviene l'introduzione graduale dei diversi alimenti nella dieta del bambino, in quanto il suo apparato digestivo è quasi completamente maturo. Lo svezzamento deve tener conto delle esigenze nutrizionali, ma anche del rischio di eventuali allergie ed è importante anche per impostare una corretta educazione alimentare che avrà effetti importanti sulla sua salute per il resto della vita. Una corretta alimentazione del bambino, pur nella gradualità d'inserimento dei nuovi sapori, si differenzia da quella delle età successive per un maggior fabbisogno di proteine, lipidi, minerali e vitamine. La scelta dei cibi va orientata tentando di porre la massima attenzione alla qualità e sicurezza igienica e tossicologica. La carne ed i suoi derivati rappresentano la principale fonte di proteine nobili e vitamine del gruppo B, che non devono mai mancare nella dieta quotidiana del bambino. I salumi più semplici, possono essere introdotti a partire dagli otto mesi. Il prosciutto cotto, ad esempio, è indicato nei più piccoli per la sua alta digeribilità legata anche al processo di cottura ed al contenuto di sodio relativamente basso, all'ottimo contenuto di proteine pregiate, alla limitata presenza di grassi ed al buon apporto di sali minerali.

Sia per il bambino che per il resto della famiglia vanno generalmente preferiti alimenti rappresentativi della tradizione mediterranea, come pasta e riso, frutta e verdure di stagione, legumi, pesce, carni e derivati, latte, latticini, olio d'oliva e uova.

La dieta mediterranea ha infatti efficacia preventiva nei confronti delle malattie cronico-degenerative, come obesità, malattie cardiovascolari, diabete e tumori. Importante, ai fini di una buona salute, è che queste abitudini alimentari siano mantenute nel tempo e che non si ecceda nei consumi, specie per quanto riguarda latticini, zuccheri semplici e grassi animali. Dati molto recenti indicano che il consumo regolare di dolciumi tende ad aumentare anche il rischio di cancro mammario. Sembra infatti che il 12% dei tumori della mammella nelle donne italiane sia dovuto all'eccessivo consumo di dolci. Rispetto alle donne che hanno il minor utilizzo di questi cibi, coloro che invece mangiano abitualmente biscotti, brioches, torte, marmellata, gelati e cioccolata, hanno un rischio di cancro mammario aumentato di circa 1,19 volte, ovvero il 19% in più. Una sana alimentazione nei bambini si può quindi ottenere proponendo menu nutrizionalmente equilibrati, nel rispetto delle linee guida per una sana alimentazione, ma che garantiscano nel contempo un buon livello di gradimento da parte dei bambini pur non essendo in genere così appetibili come i dolciumi: questo è il compito più difficile.

Terminato l'allattamento la madre torna ad assumere un'alimentazione ed a seguire uno stile di vita "normali", ma non sempre "salubri". I consigli nutrizionali ricevuti in gravidanza e le modificazioni corporee avvenute dovrebbero essere motivo per adottare stabilmente abitudini alimentari corrette e per tentare di mantenere il proprio peso corporeo entro i limiti di norma.

La maggiore attenzione della madre all'alimentazione, si traduce in benefici per la salute non solo propria e del bambino, ma indirettamente anche degli altri membri della famiglia. La madre, che in genere si occupa della preparazione del cibo, ha l'importante responsabilità non solo di nutrire la prole durante il lungo periodo di convivenza, ma di trasmettere anche uno "stile di vita alimentare" che avrà un enorme impatto sulla loro salute e, se pur in misura minore e indirettamente, sulle generazioni future.

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