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RIVOLGENDOCI ALLE DONNE IN ETA' ADULTA dobbiamo constatare che:
La menopausa è il periodo in cui la propria femminilità deve essere ristrutturata, vivendo l'emozione di essere finalmente una donna nuova.
In questo periodo della vita i punti chiave del dialogo con il proprio ginecologo per una sessualità soddisfacente e consapevole in primis devono basarsi: sulla conoscenza del proprio cambiamento correlato alla "tempesta ormonale" che segna la fine della vita fertile e sulla salvaguardia dello stato di salute generale attraverso l'acquisizione di scelte preventive.
LA SESSUALITA' ESPRIME L'IO DELLA DONNA
La sessualità è unica per ogni donna nel contesto sociale e culturale del ciclo della vita. Si esprime nella relazione con il partner ed è il risultato di un complesso intreccio di :
FFttori biologici (età, ormoni, stato di salute);
Fattori psicologici (umori, rappresentazione della propria immagine corporea, autostima)
Educazione
Esperienze personali
La risposta sessuale femminile agli stimoli comprende tre fasi:
Desiderio;
Eccitazione;
Orgasmo.
Corpo e mente agiscono in sintonia per la sessualità mettendo in moto: ormoni, vasi, muscoli e nervi per rispondere ad un impulso fisico, oltre all'emozione dell' intimità ed al senso di legame con il partner.
Il desiderio parte dal cervello, grazie ad uno stato chimico favorevole regolato dagli ormoni sessuali (estrogeni ed androgeni), mentre l'eccitazione si percepisce a livello corporeo (pelle, mammelle), e genitale (vagina clitoride) e dipende dal senso di benessere. L'orgasmo è il momento finale del piacere sessuale, fisico e mentale e può variare da donna a donna.
L'intesa con il partner ha un ruolo molto importante nel determinare la soddisfazione sessuale.
In ogni fase della vita di una donna, è possibile provare dei sintomi legati a problematiche sessuali quali:
Diminuzione del desiderio sessuale;
Dolore durante il rapporto sessuale;
Deficit di lubrificazione;
Assenza di orgasmo:
In menopausa, è molto comune la riduzione del desiderio sessuale per cause ormonali. Circa la metà delle donne riportano secchezza vaginale ed eventualmente dolore nei rapporti. In tal modo è più difficile provare l'orgasmo e la soddisfazione di coppia ne risente notevolmente tanto da causare possibili sintomi sessuali anche nel partner.E' importante parlarne con il ginecologo per chiarire dubbi ed incertezze e per trovare insieme il modo per favorire la salute sessuale
LA TEMPESTA ORMONALE DELLA MENOPAUSA
Per MENOPAUSA si intende la data dell'ultima mestruazione ma in realtà ormai è diventato un termine che definisce un periodo (CLIMATERIO) di enormi cambiamenti dell'assetto ormonale della donna che può avere la durata anche di alcuni anni ed in genere si associa ad irregolarità rilevanti del ciclo mestruale. In genere l'età della menopausa si colloca intorno ai 50 anni ma potrebbe verificarsi anche prima per una predisposizione genetica o per interventi chirurgici ginecologici o per patologie varie sia maligne che benigne.
In questo periodo la donna affronta una vera e propria "tempesta ormonale" e la vulnerabilità a tale cambiamento dipende da diversi fattori:
BIOLOGICI quali: sensibilità individuale alla carenza più o meno improvvisa di ormoni estrogeni ed androgeni;
PSICOLOGICI;
RELAZIONALI.
La sindrome climaterica si può presentare sotto diversi aspetti e la sintomatologia ( neurovegetativa, distrofica, algica etc.) è estremamente variabile da donna a donna cosi come la predisposizione a condizioni patologiche sul versante uro-genitale, osteo-articolare, cardio-vascolare, metabolico ed affettivo-cognitivo.
In genere nella menopausa chirurgica con asportazione delle ovaia e nella menopausa prematura (quella che inizia prima dei 40 anni), la sintomatologia risulta più marcata in quanto si verifica in modo repentino oltre che anticipato.
L'ATROFIA vaginale è il più importante tra i sintomi distrofici legati all'età ed è quello che condiziona l'insorgenza di sintomi di natura sessuale che interferiscono molto negativamente sia con la qualità della vita della donna che col benessere sessuale di coppia. La progressiva ed inesorabile INVOLUZIONE degli organi sessuali (vagina, clitoride, piccole e grandi labbra, peluria pubica) li rende più fragili, privi di elasticità e non lubrificati di modo che siano più predisposti alle infezioni, anche del sistema urinario ( in particolare uretra e vescica!), con possibile comparsa di disturbi quali: vulvo-vaginiti atrofiche, cistiti ricorrenti, incontinenza, frequenza urinaria etc.)
Anche il cambiamento della forma corporea con (silhouette a mela) cioè con tendenza all'accumulo della massa grassa a livello della cintura e la grossa difficoltà a perdere peso influenzano l'ideale estetico della donna in menopausa e richiedono un notevole adattamento ad uno stile di vita che molto probabilmente non è stato probabilmente osservato adeguatamente per alcuni decenni.
Il diminuito senso di benessere mentale, per lo più legato alla severità delle vampate ed alle profuse sudorazioni notturne con conseguente insonnia, stanchezza e nervosismo durante il giorno, può comportare sicuramente una ridotta tolleranza allo stress e difficoltà nelle relazioni sociali e familiari, fino ad arrivare, nei soggetti meno pronti al cambiamento, a stati di vera e propria depressione che interferiscono con la capacità di dare e ricevere piacere durante l'attività sessuale e con la qualità della vita in senso lato.
In caso di importante sintomatologia menopausale riguardante anche l'aspetto sessuale è meglio discuterne apertamente col proprio ginecologo che spesso può risolvere presto e bene molte problematiche.
SALUTE GENERALE
Il progressivo allungamento della vita media della donna impone la necessità di preservare la salute fisica e mentale, inclusa quella sessuale e di arricchire ulteriormente di contributi affettivi e cognitivi la relazione di coppia, al di là dell'atto sessuale, in particolare se il legame è di lunga durata e se il partner presenta, a sua volta, problemi di salute e/o disfunzioni sessuali.
La donna in età menopausale può presentare una serie di condizioni cliniche acute e/o croniche con un profondo impatto sulla risposta sessuale, sia di tipo primario, cioè in rapporto alla stessa diagnosi di malattia come causa di alterazione della funzione sessuale, sia di tipo secondario, cioè relativo alle conseguenze della patologia sulla funzione sessuale (effetti collaterali, chirurgia, farmaci) sia di tipo terziario, cioè dipendenti dalle conseguenze sulla propria femminilità (immagine di sè, autostima, calo dell'umore) e sulla sua capacità di relazionarsi (intesa di coppia, contesto familiare e sociale, atteggiamento piuttosto positivo o negativo), tanto maggiore in dipendenza della presenza di un partner, dal grado e tipo di istruzione ed educazione e dalle esperienze personali precedenti.
Tra le condizioni cliniche più frequenti si possono riscontrare:
Il tumore della mammella;
La chirurgia addomino pelvica e vulvo vaginale;
L'incontinenza urinaria;
Le patologie cardiocircolatorie;
Le patologie dismetaboliche;
I disturbi del tono dell'umore.
In particolare un eventuale tumore della mammella ed il conseguente intervento chirurgico sono causa di sintomi sessuali legati al vissuto fisico di alterata funzione e di deturpazione, alla depressione reattiva alla malattia che colpisce l'organo simbolo della femminilità e alla relazione di coppia, oltre che agli effetti distrofici di eventuali chemio e/o radioterapia.
Molte donne operate per tumore alla mammella riferiscono calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale, ridotta lubrificazione e dolore durante i rapporti sessuali, in particolare se in trattamento chemioterapico o anche in seguito ad esso ed in maniera particolare quando la menopausa che generalmente ne consegue, insorge prematuramente e non può in alcun modo essere trattata con una terapia ormonale sostitutiva. Gli interventi chirurgici conservativi e le mastoplastiche ricostruttive nell'immediatezza della mastectomia sembrano avere un ruolo molto importante nel mantenimento della funzione sessuale migliorando l'autostima, il senso di femminilità e la soddisfazione nella coppia.
La chirurgia pelvica per patologie benigne è estremamente frequente ed in particolare l'isterectomia cioè l'asportazione dell'utero, che riguarda circa un terzo delle donne dopo i 60 anni, sembra migliorare la qualità della vita e non influenza negativamente la sessualità indipendentemente dalla tecnica operatoria.
E' opportuno discutere col proprio ginecologo la presenza di sintomi sessuali, anche se la loro importanza diventerà evidente solo a distanza di tempo da un'esperienza di malattia.
SCELTE PREVENTIVE
La menopausa non è una malattia e, dunque, la donna deve, ove possibile, cercare di superarla con serenità, vivendola come un momento di cambiamento e come una "occasione d'oro" sul versante della prevenzione.
Per prima cosa è importante riconsiderare lo stile di vita sul versante dell'alimentazione, dell'abitudine al fumo, del consumo di alcoolici e caffeina, dell'attività fisica e dei ritmi lavorativi, valutando l'utilizzo di supplementi/integratori in base alle esigenze personali per fronteggiare la eventuale sintomatologia menopausale di grado lieve. E' inoltre molto importante eseguire regolarmente controlli quali: visita ginecologica, pap-test, ecografia pelvica, mammografia, MOC ecc stimolando anche il partner a fare i dovuti controlli.
In caso di sintomatologia menopausale importante, anche sul versante della sessualità, è opportuno considerare l'uso di una terapia ormonale sostitutiva (TOS), dal momento che è l'unica terapia VERAMENTE efficace nel trattamento della sindrome climaterica, nella prevenzione dell'osteoporosi che può manifestarsi nei primi 10 anni dopo la menopausa ed, in generale, nel mantenimento di un buon equilibrio psico-fisico.
Al giorno d'oggi sono disponibili molte forme di terapia ormonale con molecole ad azione estrogenica a cui, se la donna non è stata isterectomizzata, vengono aggiunti i progestinici che hanno un'azione protettiva sulla mucosa endometriale. Al fine di personalizzare la terapia (vedi approfondimento sulla menopausa) devono essere valutati la storia clinica ed gli eventuali fattori di rischio di ciascuna donna, ponendo molta attenzione a:
Tipo di farmaco;
Via di somministrazione;
Dosaggio.
Se la terapia ormonale viene scelta accuratamente dal medico nei tempi e nei modi giusti, cioè nel periodo iniziale della menopausa, il rapporto rischio/beneficio della terapia ormonale è ASSOLUTAMENTE favorevole, almeno per i primi 5/7 anni della terapia.
La presenza di sintomatologia piuttosto importante sul versante sessuale legata ai fenomeni atrofici talora molto accentuati, orienta verso terapie locali con prodotti a base di estrogeni (creme, compresse, ovuli, gel vaginali) che servono egregiamente a migliorare i sintomi dell'atrofia vulvo vaginale, oppure verso l'utilizzo di basse dosi di androgeni (specialmente in caso di menopausa chirurgica ) o di molecole ad azione sia estro-progestinica sia androginica, per migliorare desiderio sessuale e percezione orgasmica.
Nelle donne che dovessero presentare controindicazioni all'uso di terapia ormonale, è importante mettere in atto tutte la misure comportamentali possibili per far fronte ai sintomi ed alla patologia menopausale, mentre sul versante dell'atrofia vaginale è certamente indicato l'utilizzo di preparati idratanti, elasticizzanti e lubrificanti.
In caso di sintomatologia climaterica importante e di problemi sessuali correlati alla menopausa, meglio discuterne col vostro ginecologo di fiducia per trovare la terapia più efficace e mettere in atto altre possibili strategie terapeutiche.
PARLANE AL TUO GINECOLOGO
Il ginecologo è sicuramente il medico dell'intimità al quale la donna in età menopausale si può rivolgere, senza alcun imbarazzo, per richiedere aiuto e chiarimenti riguardanti il versante della sessualità. Poche e precise domande, relative al benessere generale, alla funzione sessuale ed alla relazione di coppia, possono aiutare a chiarire dubbi e incertezze ed a rendere consapevole la donna in menopausa sul diverso cambiamento della risposta sessuale legato all'età, tra donna e uomo oltre che a trovare insieme al ginecologo la soluzione più adeguata al proprio caso.
Talora sono sufficienti una rassicurazione che i disturbi lamentati rientrano in un quadro di relativa normalità e semplici consigli, altre volte è opportuno un percorso diagnostico e terapeutico più prolungato per capire le cause ed identificare la terapia della sintomatologia.
Tenere in equilibrio lo stato ormonale e proteggere la salute dell'apparato genitale migliorando contemporaneamente la COMPRENSIONE da parte della donna in menopausa di come può modificarsi la funzione sessuale in relazione allo stato di salute generale nella dinamica affettiva della coppia costituiscono la migliore strategia che il ginecologo può utilizzare per prevenire l'insorgenza di sintomi sessuali che, se non trattati adeguatamente in quest'epoca, possono interferire con il senso di relazione col partner durante gli anni della senescenza.
Interrogarsi sulla propria sessualità nell'età menopausale può contribuire a mettere a fuoco eventuali fattori biologici, psicologici e relazionali che influenzano la possibile insorgenza di sintomi legati a problematiche sessuali.
Comunicare, ove possibile, i propri bisogni e gli eventuali sintomi al partner è fondamentale per una reale relazione di scambio. Anche in assenza di un partner è opportuno riflettere su alcuni aspetti che contribuiscono al benessere psico-fisico della donna.
Per quali disturbi menopausali è indicata la terapia ormonale sostitutiva?
L'indicazione attuale che giustifica l'inizio della terapia ormonale sostitutiva riguarda il trattamento dei disturbi della menopausa qualora i sintomi provocano uno stato di disagio da moderato a grave.
La terapia sostitutiva può essere anche indicata come terapia di seconda scelta per la prevenzione dell'osteoporosi in donne particolarmente a rischio di frattura e intolleranti ad altri farmaci autorizzati per la prevenzione dell'osteoporosi. Il criterio col quale deve essere utilizzata è quello di prescrivere il minimo dosaggio efficace e per il minor tempo possibile ed è compito ovviamente del medico, tenuto conto anche dei desideri e delle aspettative della paziente, stabilire la terapia individualizzata.
La terapia ormonale è efficace?
I sintomi vasomotori tipici della menopausa sono costituiti da vampate di calore e sudorazione (favoriti da fattori come stress, alcool, caffeina, fumo, bevande calde) essi tendono generalmente, nel corso di 1-2 anni, a regredire in modo spontaneo, ma possono anche persistere per anni. La terapia ormonale sostitutiva è efficace nei confronti di questi disturbi, che rappresentano una condizione non accettata da molte donne, soprattutto se compaiono frequentemente e durante la notte, con conseguente insonnia e affaticamento.
Gli estrogeni inibiscono anche la perdita di massa ossea che si osserva nella maggior parte delle donne dopo la menopausa. In base ai risultati degli studi è stata dimostrata una correlazione fra il loro impiego e la riduzione del rischio di demineralizzazione all'anca e al polso e di fratture vertebrali.
La terapia ormonale sostitutiva è indicata nella prevenzione delle patologie cardiovascolari?
Nonostante studi iniziali avessero suggerito un effetto protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari, gli studi sperimentali indicano che questa terapia non riduce il rischio di eventi cardiovascolari nelle donne con coronaropatia e neppure in donne sane in post-menopausa.
Al contrario, i preparati a base di estrogeni più progestinici possono aumentare l'insorgenza di alcuni eventi vascolari come ictus, trombosi venosa profonda o embolia polmonare se utilizzati impropriamente e cioè per periodi eccessivi o a dosaggi eccessivi o in donne in età avanzata.
Quali sono i benefici e i rischi della terapia ormonale sostitutiva?
La terapia è efficace nel trattamento dei sintomi menopausali, in particolare la sindrome vasomotoria;
La terapia previene la perdita di massa ossea e incrementa la densità ossea
La terapia è associata ad un lieve aumentato rischio di carcinoma della mammella e dell'endometrio, che aumenta in modo direttamente proporzionale alla durata ed al dosaggio utilizzato della terapia per tutti i tipi di estrogeno; se alla terapia viene aggiunto un progestinico, il rischio aumenta lievemente per il carcinoma della mammella e diminuisce per quello endometriale;
La terapia comporta un lieve aumento del rischio di tromboembolismo venoso, specialmente nel primo anno di utilizzo;
La terapia non è utilizzato per la sola prevenzione delle malattie cardiovascolari;
E' possibile ricorrere a terapie naturali in menopausa?
Recentemente si sono diffusi prodotti a base di estrogeni vegetali che possono essere utilizzati nell'ambito della terapia sostitutiva in menopausa. Anche l'agopuntura è stata utilizzata, con alcuni successi, per ridurre la comparsa dei sintomi ma non vi sono ancora dati sufficienti che ne confermino l'efficacia.
I fitoestrogeni sono composti vegetali che vengono trasformati in estrogeni nell'intestino, si trovano principalmente nei semi di soia, nei lignani contenuti nei semi di lino, in diversi cereali, verdure, frutta e legumi. Ulteriori sorgenti di fitoestrogeni sono la cimicifuga racemosa e il trifoglio rosso.
Il possibile impiego dei fitoestrogeni in post menopausa nasce dalla osservazione fatta sulle donne orientali che hanno un minore incidenza di sintomi vasomotori, più bassi livelli di colesterolo e una minor incidenza di tumore della mammella. Attualmente, mancano studi sufficienti che possano confermare questa osservazione. Si sconsiglia comunque di unire la terapia sostitutiva farmacologica con la terapia con fitoestrogeni, in quanto queste potrebbero interferire tra loro con effetti anche negativi.
Cosa sono i fitoestrogeni?
Soia e trifoglio rosso contengono fenoli policiclici, tra cui gli isoflavoni genisteina, gliciteina, daidzeina, che hanno la capacità di legarsi ai recettori per l'estrogeno.
sembra Alcuni studi hanno evidenziato che determinino una lieve riduzione dei sintomi della sindrome vasomotoria menopausale e non vi sono dati sui potenziali eventi avversi, specie per trattamenti a lungo termine. In ogni caso non vi sono ancora studi definitivi che confermino l'efficacia e l'innocuità dei prodotti.