Dott. Vincenzo Alvino

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Ultimo aggiornamento il 09/02/2016 alle ore 13:41
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Sintomi Menopausa - Malattie Sistema Nervoso Centrale

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

MENOPAUSA: CARENZA ESTROGENICA E FATTORI DI RISCHIO PER MALATTIE DEGENERATIVE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC)

Le donne in menopausa spesso hanno una sensazione soggettiva di declino cognitivo, evidenziato da cambiamenti peggiorativi della memoria e della concentrazione, e potrebbero riportare un miglioramento di tale sintomatologia dalla terapia ormonale. Di conseguenza alcuni ricercatori hanno ipotizzato che se a breve termine una carenza ormonale estrogenica ha un effetto sull'apprendimento cognitivo nel periodo perimenopausale, in seguito una carenza estrogenica a lungo termine può giocare un ruolo molto importante nel declino cognitivo come l'instaurarsi della demenza.

Hanno quindi ipotizzato che la terapia ormonale potrebbe:

· PREVENIRE IL DECLINO COGNITIVO NELLE DONNE IN POSTMENOPAUSA;
· DILAZIONARE O PREVENIRE L'INSTAURARSI DELL'ALZHEIMER; 
· DILAZIONARE O PREVENIRE IL DECLINO COGNITIVO IN QUELLE DONNE CHE GIA' PRESENTANO DEMENZA, IN PARTICOLARE L'ALZHEIMER.

PREVENZIONE DEL DECLINO COGNITIVO

Le ricerche fatte per stabilire gli effetti della terapia ormonale su vari aspetti della funzione cognitiva nelle donne in postmenopausa in buona salute presentano errori sostanziali di metodo e hanno prodotto risultati contraddittori. In definitiva le ricerche non hanno dimostrato un effettivo beneficio della terapia ormonale sulla funzione cognitiva. Una revisione sistematica della letteratura a riguardo ha concluso che nelle donne con sintomatologia menopausale la terapia ormonale può avere effetti specifici sulla funzione cognitiva, specialmente nei test di memoria verbale, vigilanza, ragionamento e velocità di movimento. Dalla ricerca emergeva quanto fosse difficile separare questi effetti dalla diminuzione dei sintomi menopausali, come ad esempio le vampate! Altre ricerche non sono riuscite ad evidenziare benefici.

DIMINUZIONE DEL RISCHIO DI DEMENZA

Altre ricerche hanno valutato se la terapia ormonale potesse ridurre il rischio di demenza, in particolare l'Alzheimer. Una metanalisi di casi controllo e studi prospettici hanno osservato un rischio diminuito del 29% di andare incontro a demenza nelle donne utilizzatrici di terapia ormonale. Comunque le ricerche erano suscettibili di errori e confusione e le loro conclusioni non sono state ritenute affidabili.
Lo studio "WHI MS WISDOM" avrebbe fornito evidenza sul peso di specifiche preparati estrogenici (e progestinici ) nella prevenzione primaria della malattia di Alzheimer negli ultimi 10/15 anni.

Un recente studio multicentrico di 120 donne con Alzheimer lieve/moderato non ha provato che la funzione cognitiva possa migliorare per oltre un anno!

IN DEFINITIVA non c'è alcuna evidenza attendibile che la terapia ormonale possa migliorare la funzione cognitiva nelle donne postmenopausali in buona salute, o che in quelle che già presentino la malattia di ALZHEIMER possa in qualche modo prevenirne o ritardarne lo sviluppo.

Prima della pubblicazione dei risultati del "WHI" molti studi suggerivano un effetto benefico degli estrogeni sui sintomi neurologici. Il "WHI", in un gruppo di donne più anziane, oltre i 65 anni, non trovò alcun beneficio dalla terapia anzi evidenziò un aumento del rischio di demenza in quelle che utilizzavano estrogeni! Di conseguenza, l'effetto della terapia ormonale sul cervello è diventata molto controversa.

Alcuni sintomi di disfunzione psicologica si presentano in maniera particolare nel periodo di transizione menopausale ma non vi è evidenza che tali sintomi siano una diretta conseguenza di carenza estrogenica. Molti ricercatori attribuiscono questi sintomi ad un insieme costituito da: insonnia continuativa derivante dalle sudorazioni notturne, altri eventi della vita ed una predisposizione ai problemi psicologici. 

I recettori per estrogeni, progesterone e testosterone sono stati trovati in molti centri specifici del cervello. 

E'quindi possibile che a causa della menopausa molte attività neurologiche siano in qualche modo compromesse! 
Come pure nella perdita di memoria alcuni tipi di cellule potrebbero essere per sempre danneggiate fino ad arrivare alla completa demenza.

Si è visto che circa il 15/20 % delle donne oltre i 75 anni soffrono di varie forme di deterioramento mentale ed il più comune è rappresentato dalla malattia di Alzheimer; un'altra ricerca "WHI" suggerisce che circa il 33% delle donne e solo il 20 % degli uomini oltre i 65 anni vanno incontro a demenza. 
Tale differenza si pensa possa essere in parte attribuita alla menopausa. Per spiegare come mai la carenza estrogenica può in qualche modo influenzare le funzioni neurologiche sono stati proposti molti meccanismi. E' possibile che ciascuno di essi possa contribuire ai processi degenerativi dei neuroni.

· In tutti i vasi periferici vi è un flusso ed una vasodilatazione ridotti.

· Esiste un maggior rischio di aterosclerosi e trombosi nei vasi cerebrali (la trombosi vascolare aterosclerotica di norma interessa il 20 % di tutte le demenze).

· In vitro gli estrogeni favoriscono la crescita dei neuroni e sembrano giocare un ruolo molto importante nei processi di riparazione mediante i fattori di crescita dei nervi!!

· Con la diminuzione dei livelli estrogenici si riduce anche la densità e la plasticità delle sinapsi.

· La carenza estrogenica determina una diminuzione della produzione di NEURO TRASMETTITORI quali: acetilcolina e serotonina ed inoltre diminuisce l'attività neuronale.

· Diminuisce la produzione di fattori neurotrofici derivati dal cervello e fattori di crescita dei nervi che sono responsabili nel ritardare la degenerazione delle cellule cerebrali correlata all'invecchiamento.

· In mancanza di estrogeni il processo mediante il quale frammenti di sostanza beta –amiloide vengono a depositarsi all'interno dei neuroni avviene in maniera molto più facile e veloce. Questi depositi rappresentano uno dei caratteri distintivi della malattia di Alzheimer.

· In presenza di estrogeni il metabolismo glucidico all'interno dell'ippocampo si mantiene a livelli normali. Le donne in postmenopausa che non hanno estrogeni presentano una costante e grave carenza di glucosio che a sua volta può determinare un'accelerazione del danno neuronale.

 

SINTOMI NEUROLOGICI


Moltissime donne in menopausa riferiscono sintomi suggestivi di deterioramento della memoria e della funzione neurologica. Sono molto frequenti le descrizioni soggettive di: confusione mentale, agitazione, nervosismo, dimenticare facilmente le cose, senso di "woolly-headed" (essere completamente fuori testa), depressione, perdita di autocontrollo e autostima, perdita di guida ed energia. Tali sintomi sono presenti nel 30/40% delle donne e sono spesso non diagnosticati o trattati in maniera inappropriata.

I fenomeni di invecchiamento cerebrale colpiscono ovviamente anche gli uomini dopo i 40 anni.
Il nostro sistema nervoso è composto, tra le altre, da cellule chiamate neuroni. Sono le cellule che permettono la conoscenza ed il ricordo, determinano il movimento, sono la sede di tutte le emozioni, ci fanno mettere in atto i comportamenti finalizzati alla soddisfazione dei nostri bisogni fisiologici come la fame o quelli psicologici come l'accudire un bambino piccolo, etc. Il nostro cervello possiede oltre 30 miliardi di queste cellule che, per funzionare, formano delle vere e proprie reti dedicate. Questi neuroni sono connessi tra loro attraverso delle strutture chiamate sinapsi. Se consideriamo che ogni neurone riceve informazioni da altri neuroni e invia informazioni ad altri neuroni ancora attraverso queste strutture possiamo, forse per difetto, pensare al nostro cervello come interconnesso attraverso il bel numero di 100.000.000.000.000 di queste strutture. Tali sinapsi sono la base della nostra "salvezza", la cosiddetta plasticità del Sistema Nervoso.
Facciamo qualche esempio: immaginiamo di avere tre neuroni messi in sequenza A – B – C, in modo tale che l'impulso nervoso, cioè l'informazione, viaggi da A a C. Nel caso di danneggiamento del neurone B il flusso informativo da A a C non si interrompe dato che A si metterà in comunicazione con C attraverso una nuova sinapsi. Allo stesso modo se il circuito A-B-C- non viene usato il circuito tenderà inizialmente ad atrofizzarsi e successivamente a interrompersi. D'altra parte, se imparo qualcosa di nuovo, come ad esempio suonare uno strumento musicale, o studio una nuova lingua, ecco che si creano nuove sinapsi, nuove reti di neuroni che supporteranno le nuove funzioni. Con il termine di plasticità neuronale, dunque, si intende proprio la possibilità di questo sistema di rimodellarsi in continuazione al fine di permettere l'acquisizione di sempre nuove capacità. Prima si parlava di "salvezza" dato che questa caratteristica del sistema nervoso permette di utilizzare al meglio i neuroni anche con l'avanzare degli anni. Queste informazioni sono utili per comprendere la necessità di mantenere una vita attiva, coltivando sempre nuovi interessi, nuove relazioni affettive, nuove amicizie, nuove capacità motorie. Il cervello è dunque come un muscolo: se lo teniamo in esercizio, anzi se lo stimoliamo con sempre nuove attività ci permetterà di avere una vita piena anche da un punto di vista affettivo. Forse avremo un pò di "ruggine" nelle articolazioni, forse prenderemo una pillolina per la pressione, ma certamente il nostro principale organo, la centrale di comando si dovrà cercare di mantenerla efficiente il più possibile.

Si è visto che la malattia di Alzheimer si sviluppa nel 5% delle donne oltre i 75 anni che hanno assunto terapia ormonale in menopausa, mentre in quelle che non ne hanno mai fatto uso la percentuale è del 16%. Va precisato che quando iniziano a comparire i segni di demenza è troppo tardi per trattare molti di questi sintomi.

MEMORIA
Nel cervello i recettori per gli estrogeni si trovano: nella corteccia cerebrale, nell'ipotalamo, nell'ipofisi. Vi è una grande quantità di recettori per gli steroidi sessuali nell'area limbica, responsabile sia dei processi della memoria sia per le sensazioni affettive. Gli estrogeni inoltre sono coinvolti nel processo di crescita prenatale dei dendriti, delle connessioni sinaptiche e della differenziazione nel cervello che influenza le abilità verbali femminili, l'immediatezza di percezione e l'abilità motoria (FINE MOTOR SKILL).
Dopo la menopausa una quantità di queste abilità inizia a deteriorarsi determinandosi una notevole diminuzione della funzione neurologica.

DEPRESSIONE
Le donne che soffrono di sintomi da carenza estrogenica possono sentirsi molto male se questi si associano ad una forma di depressione reattiva.

Sintomi menopausa - La visita ginecologica