Dott. Vincenzo Alvino

SPECIALISTA IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
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Relazioni Extraconiugali E Terapia Di Coppia

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La relazione extraconiugale e la terapia della coppia 

La scoperta di una relazione extraconiugale può determinare spesso un forte trauma emotivo per una relazione di coppia che può vacillare sotto il peso di pensieri, sensazioni e comportamenti che ne possono derivare. Le crisi che seguono alla scoperta di una  relazione extraconiugale sono comunemente descritte dalle persone coinvolte come periodi durante i quali i coniugi considerano se stessi o l'altro "fuori di testa" e i comportamenti propri o dell'altro come “irrazionali”. I cambiamenti improvvisi, talora estremi dei comportamenti, possono consistere in manifestazioni spesso sconcertanti di gelosia intensa e in un senso di tradimento nelle coppie in cui i coniugi si sono disprezzati a lungo e hanno evitato qualsiasi contatto fisico o intimo. Oppure, possono verificarsi improvvise e sconvolgenti espressioni d'affetto che sorprendono gli stessi coniugi e che fanno modificare precedenti progetti di abbandono della casa coniugale. Al contrario potrebbe verificarsi la perdita di una prospettiva e responsabilità che può portare al desiderio o all'azione di ferire l'altra parte in modi che prima sarebbero sembrati inimmaginabili. Alcuni mostrano una rabbia estrema quando scoprono che il coniuge porta avanti una relazione extraconiugale, nonostante essi stessi abbiano o abbiano avuto una o più relazioni, o nonostante aspettassero proprio tale occasione per allontanarsi da un lungo matrimonio non voluto, ma vincolante. Coniugi che affermano che i loro matrimoni sono più importanti di qualunque relazione, scoprono di voler lasciare la casa e la famiglia proprio in presenza di una relazione extraconiugale. Altri sono sicuri di aver finalmente scoperto la “relazione perfetta”, per la quale desiderano abbandonare il matrimonio, salvo rimanere poi disillusi, pieni d'ansia e con un intenso desiderio di "ritorno a casa".

Ma come si arriva al “tradimento”, quali sono le motivazioni e i fattori implicati che spingono uno o entrambi i membri di una coppia verso una relazione extraconiugale? Innanzitutto, è importante sottolineare che non esiste un caso tipico di coppia in crisi per una relazione extraconiugale. Queste relazioni assumono una gran varietà di forme e di significati che le vengono attribuiti e delle motivazioni e del perché sono avvenute, così come le circostanze della scoperta e degli effetti conseguenti. I comportamenti della coppia sono inoltre fortemente influenzati da fattori vari:

  • La fase in cui si trova la coppia nel suo ciclo di vita e del matrimonio;

  • Le dinamiche individuaIi e di coppia;

  • Il sistema di valori e l'ambiente socioculturale in cui la relazione prende forma;

  • L’insoddisfazione sessuale.

Solitamente, l'inizio del periodo di crisi coincide con la scoperta o la rivelazione della relazione, anche se sintomi importanti di stress possono apparire durante il periodo antecedente. Il periodo di crisi termina quando si riesce a far si che tali sintomi si plachino, il sistema coniugale si stabilizzi e si giunga a compiere una scelta definitiva circa la direzione che prenderà il matrimonio. Quando si tratta di un matrimonio lungo e di una coppia di mezza età, la crisi è spesso più grave e, se non è trattata correttamente, può mettere in pericolo la sopravvivenza del matrimonio, più delle crisi che possono avvenire in altri periodi del ciclo vitale della coppia. Molte coppie rifiutano di continuare ad andare avanti con “finte bugie” o con una “doppia vita”, al fine di conservare la stabilità del matrimonio. Comunque, quando esistono sentimenti di affetto e la relazione coniugale è sufficientemente soddisfacente e stabile, per quanto riguarda gli aspetti fondamentali, si potrebbe utilizzare la crisi come leva per una migliore e più profonda intimità e per lo sviluppo di schemi relazionali di sostegno reciproco.

Le ragioni per cui un matrimonio può diventare terrreno fertile per una crisi ed indurre in qualche modo i coniugi ad iniziare una relazione extraconiugale per lo più sono le seguenti:

  • L’evitamento dell’intimità e il distacco emotivo. La descrizione seguente sembra paradigmatica: “Ciascuno di noi viveva nel suo mondo e le nostre strade non s'incrociavano spesso. Avremmo potuto continuare a vivere in questo modo per molti anni ancora, incontrandoci mezz'ora al giorno, parlando solo quando necessario e passando molte ore insieme durante i fine settimana, di solito in famiglia o in compagnia. Non abbiamo mai condiviso molto delle nostre occupazioni o delle nostre sensazioni. Raramente siamo andati a letto alla stessa ora”. A un certo punto della relazione questi coniugi, inconsciamente o consciamente, decidono di non coinvolgersi intimamente nella vita emotiva l'uno dell'altra, dentro o fuori casa. Uno o entrambi smettono di essere curiosi o realmente interessati al mondo dell’altro. Con il passare del tempo, si può sviluppare una specie di distacco emotivo. Evitare l'intimità può essere un progetto di entrambi i coniugi fin dall’inizio del rapporto, oppure si può sviluppare con gli anni, così da evitate le frustrazioni per l'incapacità di condividere sensazioni personali intime e problemi. Questo distacco crea una situazione in cui i fatti sono uditi e riconosciuti a un qualche livello cognitivo senza però che penetrino al livello emotivo-percettivo o che vengano situati nel giusto contesto relazionale-emotivo. Il non essere più entusiasti o curiosi l'uno dell'altra porta a un'assenza di opportunità per nuove rivelazioni ed esperienze sessuali ed emotive, e genera un ardente desiderio di nuove avventure.

  • Evitare i conflitti che porta a creare segreti: Queste coppie mantengono la stabilità del rapporto primariamente "non vedendo e non sapendo". La pace e la stabilità apparenti lasciano un senso di apparente rilassatezza e un tipo di amicizia e fiducia che non hanno in realtà una base solida. Nessuno dei due è realmente consapevole delle "estensioni nascoste che l'altro/a può avere dietro di sé". Alcuni di questi coniugi vedono il/la loro compagno/a come una parte inseparabile della loro stessa identità ed esistenza, considerando intollerabile qualunque conflitto o delusione che possa minacciare il loro rapporto. Gli aspetti conflittuali sono tenuti nascosti o risolti al di fuori del matrimonio/della relazione. Il rapporto è mantenuto rigidamente stabile, diventando un rapporto come se, spesso basato sulla finzione, piuttosto che sulla soddisfazione vicendevole delle necessità reali. In questo tipo di matrimoni, avere una/un amante è un modo per sfidare o dare una sferzata a un rapporto matrimoniale rigido.

  • Anni di conflitti aperti e irrisolti. L'incapacità di impegnarsi in interazioni efficaci e creative per risolvere i problemi all'interno del rapporto lascia insoddisfatte molte necessità personali e relazionali, portando a una sempre maggiore frustrazione e amarezza, e a un bisogno di ricercare soluzioni al di fuori del rapporto stesso.

  • Anni di rapporti sessuali insoddisfacenti o addirittura assenti. Uno o entrambi i coniugi evitano o hanno rinunciato a trattare il problema in modo efficace e aperto. I problemi più spesso menzionati sono la mancanza di passione e/o di desiderio e attrazione, disfunzioni sessuali (come disfunzione erettile, eiaculazione precoce cronica), che inibiscono o hanno inibito il comportamento sessuale dell’uomo, mancanza di sensibilità sessuale, uso cronico del sesso come tattica di potere, una difficoltà di vecchia data (solitamente di uno dei coniugi) a esprimere fisicamente il proprio amore e il proprio affetto.

  • Insoddisfazione cronica nell’equilibrio di potere nel rapporto. La maggior parte delle coppie prova a raggiungere uno stato di equilibrio nel loro rapporto attraverso una perfetta simmetria (cioè un'equivalenza o un'identità di potere, ruoli, valori, sensazioni, pensieri, comportamenti, ecc.). Se il rapporto si caratterizza per uno squilibrio cronico di potere tra i coniugi, si possono generare tensioni e insoddisfazioni e sentimenti di rivalsa.

  • Conservare il mito del matrimonio e della famiglia ideale. Spesso i coniugi coinvolti sono considerati esternamente coppie ideali. Fanno molte cose insieme, appaiono felici in pubblico e sembrano mantenere relazioni molto cordiali. In effetti, possono aver sviluppato meccanismi sofisticati per “coprire i buchi” nella loro relazione. Il matrimonio è tenuto insieme dal credere nella famiglia, piuttosto che da forti legami emotivi tra i coniugi. "I problemi sono affrontati, cercando di far corrispondere il matrimonio, il coniuge e se stessi all'immagine ideale della famiglia” . Sembra più importante che il matrimonio appaia buono, piuttosto che esserlo realmente. Questo tipo di vita è comunque troppo soffocante per lo sviluppo di chiunque. Quando le condizioni sono mature, una relazione extra­coniugale aiuta a rompere la facciata. In realtà, può succedere che nessun coniuge sappia come costruire un rapporto intimo, o addirittura come esso potrebbe essere. L’enfasi è su cosa dovrebbe essere fatto e le sensazioni sono messe da parte. In aggiunta a tutto ciò, ci sono altri fattori più immediati che giocano un ruolo importante, per esempio i cambiamenti o le transizioni personali di un certo spessore. Si scuote così la finzione psicologico-emotiva di uno o di entrambi i coniugi, o la struttura e la dinamica del sistema coppia. E in questi casi la coppia non ha la capacità o gli strumenti per resistere alle pressioni o per favorire i mutamenti. Esempi di transizioni possono essere la nascita tardiva di un bambino o quella di un nipote; un improvviso successo o un fallimento; un lavoro più impegnativo o prestigioso, o al contrario uno di minor prestigio, la morte di un genitore, di un figlio o di un'altra persona importante. Altri eventi stressanti della vita, come una malattia grave in famiglia (o del coniuge), la scoperta dell'omosessualità in uno dei figli, difficoltà economiche, perdita del posto di lavoro, ecc. Durante queste transizioni si sperimenta un bisogno molto maggiore di supporto emotivo, fisico e/o sessuale, sebbene alcuni coniugi reagiscano nel modo opposto, richiedendo consciamente o inconsciamente un distacco emotivo dal/la compagno/a o dall'intera famiglia. Una relazione extraconiugale può sopperire a entrambi questi bisogni.

  • Sfide al precedente sistema di valori. Ad esempio, una donna sposata di 40 anni che ha avuto un avanzamento di carriera, e nel suo nuovo lavoro si trova circondata da uomini prestanti e intelligenti che, oltre a dar valore alla sua mente, la considerano sessualmente desiderabile, qualcosa che lei non ha mai provato nel suo matrimonio. Questa transizione crea un mutamento favorevole nella percezione e nella stima che lei ha di sé come donna, insieme a un cambiamento nel suo sistema di valori. Comincia a percepire che "la vita è breve e che merita di godere della sua sessualità". La fedeltà appare limitante e fuori moda. L'esposizione a sfide come questa può avvenire attraverso nuovi incontri sociali, come per esempio in seguito a processi di immigrazione o emigrazione, o attraverso la partecipazione in gruppo a progetti psicoeducativi o a incontri che forniscono un senso di intimità con altre persone per un periodo breve ma molto intenso.

  • Le sfide alla struttura coniugale e/o familiare. Un esempio può essere una situazione in cui la moglie comincia a guadagnare molto più del marito, oppure quando la sua nuova posizione le richiede una maggiore assenza da casa, per cui lei non è più in grado di portare a termine le sue precedenti mansioni, alterando così la divisione dei ruoli e creando magari un mutamento nella gerarchia e sbilanciando la relazione di potere nella coppia. In modo similare, quando il lavoro del marito richiede lunghi periodi di assenza da casa, alla moglie rimane la sensazione di "non avere un compagno" con cui condividere la sua vita.

Un eventuale intervento terapeutico dal punto di vista sistemico-relazione si basa sui seguenti presupposti: 

  • Una relazione extraconiugale è un'esperienza a più livelli e rappresenta un evento sistemico. Direttamente o indirettamente, una relazione extraconiugale si ripercuote fortemente (ed è influenzata da) sulla struttura del rapporto, così come sulla dinamica della coppia e dei figli, come pure sul sistema della famiglia estesa; nonché, a maggiore distanza, su quello sociale o lavorativo. Un impegno continuo in una relazione segreta rappresenta un evento che inevitabilmente allontana il coniuge coinvolto dal resto della famiglia, mentre influenza direttamente gli schemi comportamentali e comunicativi all'interno della famiglia e l'equilibrio del potere nella relazione di coppia. Tutto questo diventa ancora più complicato nei casi in cui un figlio o un membro della famiglia estesa, oppure un amico di famiglia diventi un "complice" attivo o passivo; oppure, quando colleghi di lavoro che conoscono entrambi i coniugi sono a conoscenza della relazione (per esempio, quando essa avviene nell'ambiente di lavoro).

  • La terapia di una crisi relativa a una relazione extraconiugale dovrebbe essere una terapia integrata. Nel senso che, l'approccio terapeutico deve integrare anche la comprensione del contesto sistemico e la cornice che ha favorito la relazione, prendendo in considerazione il ciclo vitale dell'individuo e della famiglia. La terapia può includere sedute di coppia, sedute individuali e anche sedute familiari. È necessario sviluppare una modalità esplorativa per comprendere le diverse sfaccettature della relazione extraconiugale e il loro significato per l'individuo e il matrimonio, in modo che l'evento si trasformi in una opportunità di sviluppo reciproco e di crescita.

  • La crisi relativa alla relazione extraconiugale può diventare un'opportunità di sviluppo per la coppia. Come già accennato, la crisi di coppia innescata da una relazione extraconiugale può divenire una opportunità potenzialmente importante per entrambi i coniugi per sentirsi coinvolti nel mondo emotivo dell'altra/o e per ricostruire la relazione coniugale su nuove basi, in modo da permettere a entrambi i coniugi di sviluppare e soddisfare in modo appropriato le proprie necessità. Il terapeuta deve essere consapevole dei suoi propri valori e dei suoi bisogni, e di come le proprie esperienze di vita relativamente a questo argomento influenzano l'approccio e il metodo da lui seguiti durante la terapia, e deve tenere pertanto un atteggiamento non giudicante verso la relazione extraconiugale, sia per comprendere i vari livelli, sia per la buona riuscita della terapia.. Questa consapevolezza è particolarmente importante per prevenire consigli e/o direttive prematuri (come per esempio consigliare, direttamente o indirettamente, la separazione o il coinvolgimento di altri). Il primo impegno della coppia deve essere quello di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e di riconoscere l'effetto che queste azioni hanno avuto, hanno e avranno sul coniuge o su altre persone nella cerchia familiare o sociale. Per esempio, se un marito giura, anche davanti all'evidenza contraria, di non incontrarsi più con l'amante, ed etichetta i sospetti della moglie come "paranoici", dovrebbe sapere che si sta comportando in modo insensato e dovrebbe esaminare fino a che punto desidera impegnarsi ad assumere la responsabilità delle sue azioni e a essere sincero. Un tale impegno può richiedere dei sacrifici, come per esempio smettere di incontrarsi con l'amante, oppure, se sceglie di continuare la relazione, sostituire le bugie con una forma più vera e responsabile d'interazione. Un errore comune è di confondere le espressioni di emozioni positive intense da parte del coniuge "tradito" con una scelta reale e un impegno nel rapporto a un livello più profondo. In effetti, se il terapeuta partecipa alla spinta verso la conclusione prematura, il risultato può essere un comportamento intensamente ambivalente che può portare a una separazione o a un'altra relazione extraconiugale.

Nel corso della terapia possono verificarsi 4 livelli distinti di scelta, cui corrispondono 4 livelli di impegno nei confronti della relazione da parte dei membri della coppia:

  • 1° Livello: scegliere la propria famiglia anziché l'amante. Il coniuge coinvolto concorda nel voler "restare a casa", o nel voler "ritornare a casa". Ma questo non significa necessariamente che lui o lei sta rinunciando al proprio amante, cioè che sceglie inequivocabilmente di interrompere la relazione, sia materialmente sia dal punto di vista emotivo. Il coniuge coinvolto può scegliere di tornare indietro per tutta una serie di ragioni. Come per esempio, nel caso di una moglie che affermava: “Ho capito che non voglio rompere la famiglia adesso... Non voglio far soffrire i bambini. Voglio tenere insieme la famiglia. Inoltre ho molta paura di rimanere sola”. In altre parole, ha optato per la sua famiglia, piuttosto che per il matrimonio o per il coniuge. Si tratta di un livello molto rudimentale di scelta e di impegno, ed è estremamente probabile che la relazione extraconiugale si rinnoverà, o che sarà seguita da un'altra, una volta superato il periodo di crisi.

  • 2° Livello: si sceglie il matrimonio, piuttosto che l'amante. Oppure, il coniuge coinvolto prende la decisione o l'impegno in favore del matrimonio, e rinuncia al suo o alla sua amante. Questo, comunque, non è ancora un impegno nei confronti del rapporto coniugale. Ad esempio.: “Quando mi guardo intorno capisco che questa è la miglior scelta per me e che non devo rinunciare al mio matrimonio. Desidero rinunciare alla mia relazione extraconiugale, se questo è proprio necessario per tenere in piedi il matrimonio, e trarne il meglio. Forse l'amore non è così importante”. Anche a questo livello, la probabilità che la relazione extraconiugale continui o abbia un nuovo inizio, aumenta non appena si rialza il livello di frustrazione e/o di insoddisfazione nel rapporto coniugale.

  • 3° Livello: scegliere consapevolmente il rapporto coniugale. A questo livello, ogni coniuge riconosce che il rapporto di base ha molte buone qualità, e che nessuno dei due vuole perdere quello che esso ha da offrire loro. Queste qualità includono l'amicizia, situazioni di intimità, una buona capacità di essere genitori, interessi comuni, capacità di divertirsi insieme, affetto e amore alla base. I coniugi desiderano solitamente impegnarsi in una terapia di coppia, nella speranza che essa li aiuti ad acquisire ciò che manca loro (per esempio, intimità, passione e valore di sé). Spesso, anche se non è più in corso una relazione attiva, il coniuge coinvolto sente il bisogno di mantenere il contatto con la sua o il suo ex amante, almeno mentalmente, per lasciarsi una porta aperta, nel caso in cui gli obiettivi della terapia non vengono raggiunti.

  • 4°Livello: scegliere il coniuge nella sua totalità. Soltanto a questo punto ci sono tutti i presupposti per un impegno vero e completo rispetto al rapporto, al coniuge e alla terapia. I coniugi sono ora pronti per impegnarsi nella terapia e a raggiungere una vera intimità a casa. Riconoscendo il dolore emotivo che questa potrebbe causare, il coniuge coinvolto desidera sinceramente interrompere la relazione e mantenere la promessa di non impegnarsi in una nuova. E, di pari passo, scoprire, con l’aiuto della terapia, modalità più profonde per far crescere la relazione con l'altro. Questo quarto livello di impegno raramente è raggiunto durante la fase di crisi, anche se è qui che vengono messi in opera i primi mattoni per la sua costruzione. Per tutta la durata della terapia occorre tenere presente che l'impegno assume una dinamica relazionale, motivata da una volontà di reciprocità, di dare e avere, e che esso può essere afferrato solo provando e riprovando insieme, e non attraverso un atteggiamento solitario.

Il corso della Terapia

Primo stadio: crisi acuta e impostazione della Terapia. Le prime sedute affrontano la crisi acuta iniziale, cercando di ridurre il tumulto di reazioni emotive e lo stress, e in modo da creare un luogo sicuro per la necessaria esplorazione del problema. Per tutta durata della fase di crisi il terapeuta collabora nello sviluppo di modi alternativi di relazionarsi. Viene dedicato due ore alle prime sedute, e almeno un'ora e mezza a ciascuna delle sedute successive. Gli argomenti principali durante questa fase ruotano intorno alle circostanze della scoperta della relazione extraconiugale, agli schemi di comportamento seguiti alla scoperta, alla gestione dei sintomi da stress, fino a un'analisi del periodo precedente la scoperta. Le circostanze della scoperta. Ampio spazio dovrebbe essere dato, all'esplorazione delle circostanze della scoperta o della rivelazione della relazione, e ai comportamenti che ne sono seguiti. Alcune circostanze particolarmente traumatiche possono complicare ulteriormente la terapia nel suo primo stadio come, per esempio, nel caso di una moglie che tornando a casa inaspettatamente trovò il marito a letto con l'amante. Il periodo precedente la scoperta. Indagare sugli schemi comportamentali durante il periodo che precede la scoperta può fornire al coniuge tradito una migliore prospettiva e permettere di ristabilire la stima di sé: "Non ero pazza o paranoica. Ora capisco perché, all'improvviso, non mi voleva più. Stavo cominciando a non sentirmi più sexy e mi disdegnavo." In seguito, si indagano i comportamenti consci e inconsci di entrambi i coniugi, seguiti alla scoperta e alla rivelazione, mentre la relazione era ancora tenuta segreta, facendo salire in superficie i segnali che erano stati ignorati.

Tre modalità di comportamento, prima della scoperta, esercitano una particolare influenza sull'intensità della crisi e cioè:

  • La prima modalità è quella della negazione e/o del "non vedere", che è più frequente nelle coppie che evitano l'intimità e/o il conflitto. Il coniuge non coinvolto sembra sviluppare un meccanismo specifico di negazione, cioè i fatti e i segnali sono lì, ma non vengono registrati. È come se passassero attraverso un setaccio seminconscio, in modo che il loro significato non viene riconosciuto completamente. C’è un certo dare per scontato. Ciò nonostante, il coniuge reagisce a un livello emotivo inconscio, in un modo apparentemente inappropriato o incomprensibile e confuso. Può deprimersi o innervosirsi, diventare ansioso, eccessivamente pretenzioso o incerto. Queste reazioni sono interpretate in modo scorretto da entrambi i coniugi. Non di rado le reazioni della donna sono attribuite ad esempio allo stress della menopausa, e quelle dell'uomo alle pressioni sul lavoro.

  • La seconda modalità è quella in cui il coniuge non coinvolto ha un sospetto forte, ma sceglie di credere alla negazione del coniuge coinvolto. Alle sue rassicurazioni e al "comportamento buono", piuttosto che alle proprie sensazioni.

  • La terza modalità si esprime con un sospetto forte intuitivo, o basato su prove certe di fronte al comportamento o alle bugie del coniuge coinvolto. Le reazioni emotive non sono accettate, e il coniuge coinvolto nega con veemenza ogni coinvolgimento. Spesso il coniuge coinvolto sposta la colpa sul coniuge non coinvolto. Nei casi estremi ha luogo un processo in cui il coniuge coinvolto, usando il diniego di fronte a un'evidenza chiara, etichetta l'altro come "paranoico", e comunque problematico, dando luogo a gravi reazioni stressanti nel coniuge non coinvolto.

Maggiore è l'intensità e l'elaborazione della negazione, più forte risulta la reazione traumatica, una volta che sarà rivelata la reale natura della relazione, anche se questa potrà essere accompagnata da un senso di liberazione del coniuge non coinvolto per non essere "pazzo/a". Restaurare un senso di fiducia all'interno di questo schema è un compito assai arduo, in quanto le reazioni al trauma possono continuare a riecheggiare per molti anni e spesso le coppie finiscono per divorziare.

 

Esplorare il comportamento successivo alla scoperta

Una esplorazione attenta di cosa è stato fatto da entrambi i coniugi immediatamente dopo la scoperta aiuta ulteriormente a riconoscere i fattori che contribuiscono all'intensità della crisi e a predire comportamenti inefficaci o dannosi, e possibili difficoltà durante la terapia. Il coniuge tradito può sperimentare un’altalena di sentimenti e emozioni, quali, gelosia, pensieri ossessivi e diffidenza, depressione, pianto, impossibilità di dormire, disordini temporanei dell'alimentazione, e addirittura atti impulsivi di autodistruzione o diretti verso l'altro, nei casi estremi. Questi elementi portano inevitabilmente a circoli viziosi di azioni e reazioni che bisogna affrontare in terapia.

"Sapere o non sapere"

A questo stadio il dilemma di entrambi i coniugi, se sapere o non sapere, se divulgare o non divulgare la notizia della relazione, è molto intenso, e l’obiettivo è di fare in modo che il bisogno di sapere sia ricondotto all'interno del rapporto di coppia. In quanto, riduce rapidamente i sintomi dello stress e porta a una collaborazione terapeutica fruttifera. Alla scoperta della relazione extraconiugale il coniuge "tradito", deve cercare di riguadagnare il proprio senso di equilibrio e di autocontrollo. L'espressione immediata di questo bisogno è un desiderio ossessivo di sapere esattamente cosa sia successo, chi è l’ “altro/a" e come è, da quanto, dove e quando è successo, e se la relazione sta effettivamente continuando, fisicamente e/o "mentalmente", ecc. Associata al bisogno intenso di sapere, può esserci una profonda ambivalenza. "Sapere" significa anche confrontarsi con se stessi, con le proprie limitazioni e le "potenzialità" del coniuge, e con ciò che non ha funzionato nel rapporto coniugale. In alcuni casi, poi, l'insistenza nel voler sapere, frantuma i vecchi schemi della "riservatezza" precedentemente usati per evitare l'intimità. Spesso i coniugi coinvolti sono molto riluttanti a parlare e fornire le informazioni richieste sulla relazione extraconiugale. Si vergognano o hanno paura delle reazioni dell’altro/a, vogliono proteggere l’intimità della loro relazione esterna; oppure rifiutano di parlarne, temendo di essere derisi dal coniuge non coinvolto. Ciò che sembra essere un bisogno ossessivo di dettagli è tipico e normale, perché se ne ha bisogno per curare i sentimenti e la fiducia feriti, e per riguadagnare un senso di chiarezza e controllo in entrambi i coniugi. Anche esso esprime la necessità del coniuge non coinvolto di arrivare a conoscere realmente il compagno "vero/. Forse, per la prima volta, di conoscere il suo mondo interiore, le sensazioni soggettive, i bisogni e i desideri inespressi, e cosa realmente è successo. Infine, sperimenta un senso di sollievo per non dover più cercare di nascondere o di mentire. Non bisogna tuttavia sottostimare la sofferenza del coniuge coinvolto, in particolare se la relazione extraconiugale era una relazione "travolgente", della cui perdita abbia molto sofferto. Dal momento in cui le coppie iniziano la terapia, è importante inquadrare la relazione extraconiugale come la spia di un qualche importante problema individuale o di coppia. Come, per es., nel caso di due coniugi i cui rapporti sessuali divennero sempre meno soddisfacenti, e la loro reazione fu di sempre maggiore elusione: di conflitti, di mutua vicinanza e di intimità.

Secondo stadio: Euforia vs. Disforia

Si caratterizza per il fatto di sperimentare uno stato emotivo tra i poli di euforia e di disforia. Dopo la scoperta della relazione extraconiugale, molte coppie sperimentano un breve periodo di euforia nel loro rapporto e nel loro stato mentale. Si notano un grande eccitamento e una rinnovata attrazione sessuale, risultante in improvvisi e appassionati, persino avventurosi, rapporti sessuali, e in un desiderio di stare insieme, come se ci si stesse innamorando di nuovo. Le coppie che attraversano questo periodo trovano piacere nello scambiarsi esperienze intime, precedentemente sconosciute nel loro passato. Questo dà luogo a una sensazione liberatoria e produce nuovamente un senso di vicinanza. Questa fase sembra essere anche il risultato del bisogno di ridurre l’ansia inerente alla crisi e di equilibrare il pericolo di una perdita potenziale. Il coniuge tradito si impegna in un corteggiamento diretto o indiretto, teso a riottenere l’amore e l’attrazione dell’altro. La potenziale perdita porta anche in primo piano molte delle qualità positive dell'altro e i bei e/o romantici ricordi del passato. Le coppie in questo stato di euforia, ancora inconsapevoli dell’impatto emotivo di ritrovata apertura e dei rapporti sessuali entusiasmanti, si sentono “storditi”: questo genere di vicinanza è, in realtà, una pseudointimità, poiché nessuno dei coniugi ha ancora raggiunto la preparazione emotiva e il senso di vera fiducia reciproca che permetterebbero di assimilare le informazioni rivelate e di trasformarle in autentici elementi di intimità.

Si assiste ad un processo di autoesposizione, che in realtà corrisponde ad un processo di comprensione, in cui si cerca di capire come i coniugi abbiano cominciato a nascondersi, all’interno del proprio rapporto, la relazione extraconiugale; o di scoperta dei reali motivi che hanno portato alla soppressione delle proprie sensazioni. L'autoesposizione tuttavia, al contrario dell’autorivelazione produce distanza, anziché vicinanza. Cadere nella trappola della pseudointimità dei coniugi rischia di incoraggiare una maggiore autoesposizione. Allo stesso tempo, non occorre sottostimare le sensazioni di euforia, poiché innalzerebbe così la soglia di resistenza della coppia. Piuttosto, si utilizzano le nuove esperienze, per sfidare i vecchi schemi di interazione, includendo l'interazione sessuale e arricchendo il repertorio della coppia. Così, ad esempio, i coniugi realizzano per la prima volta che i semi dell'insoddisfazione del matrimonio non sono stati seminati dalla relazione extraconiugale, ma molto prima. Marito e moglie cominciano a essere più consapevoli delle paure, frustrazioni e tensioni, nascoste o apparenti, che si sono sviluppate tra loro nel corso degli anni. Iniziano anche a capire come non abbiano potuto o saputo trovare modi efficaci per risolvere i problemi o per accrescere l'intimità, o come abbiano ostacolato questo processo. Spesso si assiste al fatto che durante questo cammino di comprensione, i coniugi cerchino di scaricarsi a vicenda il biasimo, la responsabilità personale e la colpa di quanto è successo. Nessuno dei due coniugi tuttavia è ancora pronto ad accettare la piena responsabilità della grave crisi che si è sviluppata nel rapporto.

 

Terzo stadio: Ambivalenza sull’impegno nel rapporto

uccede spesso che, dopo diverse settimane dall’inizio della crisi, entrambi i coniugi ed in particolare il coniuge coinvolto, comincino a sentirsi esausti e desiderino ritornare a una vita normale. Il desiderio intenso di stabilità e di equilibrio a tutti i costi, così come il desiderio di apprezzare e proclamare il fascino reciproco appena riscoperto, possono spingere entrambi i coniugi (nonostante gli accessi di disforia) a tentare una chiusura prematura dei temi in contenzioso. Questo può produrre simultaneamente sensazioni ancora di ambivalenza, così come segnali più incongruenti e confusione. È rappresentativo di molti matrimoni, in cui, prima della crisi, entrambi i coniugi consideravano il loro rapporto permanente, senza dare molta importanza a come mantenerlo vivo. I coniugi vengono sollecitati a identificare e riconoscere le proprie modalità comportamentali, allo scopo di iniziare a smuovere il rigido schema di elusione portato avanti per anni, e di metterli in grado di affrontare le proprie differenze.

I problemi emergenti del coniuge tradito

I sentimenti di rabbia e le fantasie di vendetta del coniuge tradito non sono facili da abbandonare. Le fantasie di vendetta frequentemente servono a compensare la sensazione di essere indifesi, sperimentata dall'inizio della crisi. Una delle tecniche consiste nel richiedere al coniuge vendicativo di redigere un elenco dettagliato delle sue idee di vendetta, da esaminare poi in terapia. In seguito, con l’aiuto dell’umorismo e della drammatizzazione, si lavora per dissolverle o trasformarle. Elaborare le fantasie (attive) di vendetta è un passo necessario verso la il superamento della fase di crisi.

 

Quarto stadio: redigere un inventario personale e relazionale

Una volta che sono sufficientemente ridotti ed elaborati i sentimenti di ambivalenza, di rabbia, di disforia, ecc., la coppia è pronta per passare allo stadio successivo, in cui il coniuge non coinvolto è in grado di abdicare al suo stato di vittima, e accetta una parte di responsabilità per tutto ciò che sta succedendo al loro rapporto. Questa è la prima volta, dall'inizio della crisi, che i coniugi sono pronti a percepire realmente loro stessi e il loro rapporto, per come è realmente, a vedere l'individuo dietro la persona e a sviluppare aspettative più realistiche. È il momento di redigere un inventario del rapporto, così da prepararsi all'impegno finale, che è un impegno sincero e spontaneo dell'uno verso l'altra. La coppia deve liberarsi anche dalle catene di miti non realistici, come quello della famiglia ideale. Gran parte del lavoro terapeutico ruota intorno ai temi del rapporto, all’esplorazione delle zone tabù, la negoziazione di regole e preferenze, l'acquisizione di una conoscenza reciproca più profonda e una rinnovata centralità al presente e al futuro, piuttosto che al passato, in modo da poter cominciare a condurre vite più realistiche e appaganti.

Esplorare i tabù

Le zone tabù che, per la loro natura nascosta, sfuggono a una identificazione efficace e quindi a una soluzione, riguardano l'aspetto sessuale del rapporto, in virtù della sua centralità di motore e volano della relazione. Un aspetto che spesso per molti anni è stato colpevolmente trascurato, non è stato mai discusso apertamente, e si è rivelato pertanto fonte d'insoddisfazione per entrambi, cosicché la gran parte dei desideri e delle fantasie sessuali rimangono sconosciute a entrambi.

Comprendere il significato di una relazione extraconiugale

Acquisire una conoscenza reciproca più profonda, significa anche e soprattutto cominciare ad abbandonare i vecchi schemi e a creare delle esperienze intime soddisfacenti, a esplorare, da parte del coniuge coinvolto, il significato della relazione extraconiugale. Prima in una seduta individuale, per poter esplorare le cose senza timori, e poi in sedute di coppia per cui la relazione stessa può generare effetti benefici che portano alla luce una parte di sé che non viene utilizzata nel matrimonio.

Il coniuge coinvolto deve comprendere e interiorizzare le proprie scoperte su di sé e sul rapporto con l'altro/a, e utilizzare le sue nuove capacità, in modo che possono poi essere introdotte nel suo rapporto di coppia e in altri tipi di relazioni sociali.

 

Quinto stadio: chiusura della crisi e scelta consapevole di entrambi per la coppia

A questo punto della terapia matura in entrambi i coniugi, separatamente e congiuntamente, la scelta di rimanere insieme, sulla base di una maggiore consapevolezza e di una reciproca conoscenza rinnovata e più intima. Ci sono segni di riconciliazione e anche di amore, sebbene le istanze di instabilità possono esistere ancora a causa dell'effetto “flashback”, improvvisi sguardi sul passato che procureranno occasionali accessi di disforia, o reazioni depressive. Durante questo stadio, il coniuge coinvolto potrebbe nuovamente sperimentare le sue precedenti preoccupazioni, la cui soluzione era stata evitata o rinviata dall’insorgere della relazione. Queste potrebbero essere rappresentate da problemi dovuti al ciclo vitale, da una crisi personale o da qualche grave problema di famiglia. I coniugi mostrano anche un rinnovato interesse per la famiglia e per i figli, se presenti.

Il perdono reciproco

Frequentemente, a questo stadio della terapia, si simboleggia la chiusura della fase di crisi e l’inizio della nuova fase di vita di coppia. Spesso, questo rituale si sviluppa spontaneamente in un processo, in cui ognuno richiede e accetta il perdono per il comportamento che ha contribuito alla crisi. La natura di questo processo si sviluppa dal rapporto speciale che il terapeuta ha stabilito con in coniugi. È iniziato infatti un processo di cambiamento, e gradualmente, i coniugi, che hanno ora capacità migliori, iniziano a identificare ed evitare gli schemi comportamentali che avevano favorito la relazione al di fuo­ri della coppia. Da questo punto in poi la terapia procede come una normale terapia di coppia all’interno di un contesto di problematiche legate ai bisogni e alle aspettative della coppia a questo punto del loro ciclo vitale.

 

Epilogo

Se la terapia prosegue con successo, il periodo di crisi si chiuderà con riconciliazione completa e consapevole dei partner. Essi potranno cominciare a sperimentare che il loro rapporto ha tutto il potenziale per la “restaurazione”, la crescita e l'eccitamento. Durante quest'ultimo stadio, i coniugi sono in grado di scegliersi reciprocamente, basandosi non solo sull'abitudine e sulla paura di lasciare o di essere lasciati, ma sulla determinazione consapevole di rendere il rapporto il luogo giusto per ciascuno di loro, quello in cui possono riuscire realisticamente a soddisfare i loro bisogni personali e reciproci. È proprio la ricreazione di questo ideale “posto giusto” alla base di un potenziale successo della terapia della coppia.

La Terapia mansionale di coppia in caso di disfunzioni sessuali di uno o entrambi i partner è finalizzata tra l’altro alla:

conoscenza di sé:

  • la conoscenza del proprio corpo, delle proprie sensazioni psicofisiche e delle risposte sessuali e comportamentali, tramite il processo dell’auto-osservazione e dell’auto- ed etero-esplorazione;

  • la conoscenza cognitiva, o consapevolezza dei pensieri, del dialogo interno e del proprio immaginario erotico e sessuale;

  • la conoscenza dei propri vissuti emozionali.

conoscenza dell’altro e di sé tramite l’altro, in cui il partner diventa uno specchio del proprio comportamento, a livello:

  • comportamentale, in riferimento al corpo e alle risposte sessuali del partner;

  • cognitivo, inteso come scoperta delle fantasie, sensazioni e dei desideri del partner;

  • relazionale, inteso come giochi di coppia ed esplicitazione delle richieste relazionali.

 

conoscenza del piacere e delle emozioni proprie e del partner, con la possibilità di:

  • sperimentare il piacere sessuale, di scoprirlo nel suo aspetto individuale e relazionale,

  • entrare in contatto con le proprie risposte emozionali e comportamentali, e quelle del partner.

Si sperimentano livelli crescenti di intimità, di piacere e di condivisione delle emozioni e fantasie sessuali, ampliando così la conoscenza, la consapevolezza e il livello di confidenza reciproca cognitiva, comunicativa, emotiva e comportamentale nella coppia. La coppia, progredendo nel corso della terapia, cambia via via l’idea che aveva di se stessa e del partner, e acquista maggiore fiducia, sicurezza e confidenza nelle proprie e altrui capacità di interazione, di pensiero e di risposte sessuali e comportamentali.

 

La Terapia Cognitivo Comportamentale della coppia

L’approccio cognitivo-comportamentale si fonda sul presupposto che alla base dei matrimoni riusciti ci sia una reciprocità di gratificazione (rinforzo), in cui ciascun partner rinforza positivamente determinati comportamenti del partner, seguendo il principio del “dare per avere” (EmmelKamp, 1986). Sono essenziali una certa dose di sensibilità, considerazione positiva, senso di responsabilità, la capacità di scendere a compromessi, di agire in base a decisioni prese in comune accordo, una buona predisposizione ad accettarsi e a perdonarsi, a tollerare difetti, errori e bizzarrie del partner (Beck, 1990). Esistono due importanti indicatori di una terapia di coppia efficace: un periodo di soddisfazione reciproca nella storia passata della coppia; la volontà di entrambi i partner di far durare la relazione (Soresi e Sanavio, 1978).

Gli ambiti di intervento prioritari della TCC consistono nella correzione e modifica preferibilmente di:

  • convinzioni, idee, pensieri e aspettative irrealistiche, disfunzionali o esagerate nei confronti di se stessi e del partner;

  • distorsioni cognitive, quali l’esagerazione, la generalizzazione, le spiegazioni prevenute, le etichette negative, ecc., dei partner;

  • modelli disfunzionali di elaborazione delle informazioni (bias interpretativi;

  • stabilire una priorità dei valori e degli scopi personali esagerate o irrealistiche;

  • individuare e apprezzare maggiormente le caratteristiche uniche del partner e della relazione;

  • aumentare la consapevolezza delle dinamiche di interazioni ricorrenti nella coppia e dei loro effetti per la soddisfazione reciproca:

  • aumentare la disposizione e la capacità a valorizzarsi, sostenersi e gratificarsi vicendevolmente;

  • migliorare le capacità comunicative e la gestione dei conflitti.

Laddove sono presenti all’interno della relazione di coppia una tendenza a stabilire un’unione fusiva o verso la dipendenza affettiva, il trattamento cognitivo-comportamentale è mirato a:

  • modificare i modelli di attaccamento insicuro, in modo tale da contenere le esperienze negative infantili, se presenti, e permettere l’instaurarsi di legami significativi e più soddisfacenti con il partner

  • migliorare la sicurezza in se stessi e l’autostima;

  • sviluppare la capacità di maggiore considerazione di se stessi e dei propri bisogni, in modo da far emergere la capacità di scegliere, senza lasciarsi condizionare dalle proprie emozioni, dalla paura della perdita e dell’abbandono.

 

Sintomi menopausa - La visita ginecologica