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FAQ LESIONI DA HPV
Premessa
Le malattie del collo dell'utero, l'estremità più bassa e stretta dell'utero detta anche cervice, sono molto comuni. Possono variare da problemi semplici, quali infezioni e infiammazioni, a quelle più serie, quali displasia e cancro. Alcuni tipi di alterazioni cervicali possono trasformarsi in cancro.
Il cancro del collo dell'utero rappresenta, oggi, come 60 anni fa, una delle maggiori cause di morte, femminili, in una fascia di età tra l'altro, 35 - 55 anni, in cui la donna è ancora giovane ed attiva. La prima soluzione al problema fu proposta all'inizio degli anni 40' (1943) sebbene non si sapesse ancora la causa che provocava il cancro del collo uterino, (fumo, estrogeni, smegma? ) fu proposto un esame, per l'epoca rivoluzionario, ma di semplice attuazione e sopratutto di basso costo, che era in grado di prevedere, con anni di anticipo, l'insorgere del cancro del collo uterino l'esame era il Pap Test il cui nome deriva dalle iniziali del citologo che lo inventò e mise a punto: Il Dr. Papanicolau.
Il Pap Test valuta la normalità delle cellule del collo dell' utero, ma è anche in grado di rilevare infiammazioni, individuare quelle pazienti che presentano lesioni del collo dell' utero non ancora di tipo tumorale ma con potenzialità evolutiva in senso francamente neoplastico. Tali lesioni vanno sotto il nome di Displasie. Il Pap Test può individuare anche cellule sospette per cancro della cervice.
Cosa vuol dire il termine Displasia?
Dispalsia vuol dire letteralmente "alterato sviluppo". Infatti le cellule displastiche sono cellule trasformate cioè diverse da quelle normali che si comportano come cellule ribelli, che cioè non ubbidiscono più alle regole che disciplinano le cellule epiteliali che normalmente rivestono la superficie del collo dell'utero. Le cellule displastiche, per esempio, non hanno più l'inibizione da contatto con le altre cellule, pertanto tendono a moltiplicarsi senza limiti anche a costo di sovrapporsi una sull'altra (es. formazioni condilomatose), sono cellule che si moltiplicano velocemente, che inducono la formazione di nuovi vasi capillari, necessari per il loro nutrimento, sono anche cellule che si trasformano per esempio quando mettono intorno alla loro membrana cellulare uno strato di cheratina che le rende più resistenti (cheratosi displastica). La cheratina è di colore bianco trasparente perlaceo, che reagisce all'acido acetico accentuando l'intensità del colore bianco, ecco perché spesso la displasia in colposcopia appare come un'area bianca, che può essere piatta oppure, quando le cellule dispastiche raggiungono un elevato tasso di mitosi (moltiplicazione cellulare), non potendo avvenire più in senso orizzontale l'accrescimento avviene in senso verticale, quindi le cellule si ammassano l'una sull'altra formando delle piccole piramidi che appaiono in colposcopia come un'area bianca micropapillare o come microcondilomi) Quando la displasia diventa grave le cellule diventano più aggressive, aumentano la loro capacità di infiltrasi tendendo a superare la membrana basale che separa il tessuti epititeliali da quelli connettivali.
Esistono due gradi di displasia:
Il superamento della membrana basale costituisce il sottile limite tra displasia grave e cancro. Le cellule cancerose sono trasformate al massimo grado, la loro struttura è ridotta oramai all'essenziale, solo ciò che serve per moltiplicarsi rapidamente ed invadere i tessuti adiacenti, queste cellule alla fine acquisiscono anche la capacità di impiantarsi su altri tessuti appartenenti ad altri organi o distretti, generando le cosiddette: Metastasi.
Cosa rende le cellule displastiche ( cioè ad alterato sviluppo)?
In pratica si tratta di una infezione virale. Il Virus HPV ha un ciclo vitale anomalo detto ciclo oncogeno, nel senso che una volta penetrato nella cellula, libera il proprio DNA che entra nel nucleo della cellula e si fonde con il DNA della cellula stessa. Si ottiene così una cellula ibrido metà umana e metà virale in grado di generare il cancro del collo dell'utero. Il riconoscimento microscopico di tali lesioni (che non sono valutabili clinicamente e macroscopicamente) consente il loro trattamento, con interventi chirurgici molto limitati, e quindi conservativi della funzione dell' utero, impedendo così la loro degenerazione in senso neoplastico.
Cosa sono i coilociti?
I coilociti sono cellule epiteliali displastiche infettate dal virus HPV.
Ho effettuato recentemente una Colposcopia per un Pap Test alterato (ASCUS) mi hanno effettuato biopsie multiple ed il risultato istologico è stato: METAPLASIA PIATTA SUPERFICIALE INCOMPLETA . Come mi devo comportare ?
La metaplasia superficiale piatta incompleta è una lieve alterazione che si può facilmente curare e guarire. E’ comunque sempre consigliabile effettuare anche la Tipizzazione per il virus HPV. In tal modo si saprà con certezza se è stato proprio il virus HPV a causare questa lesione e si potrà curarla nel migliore dei modi. Ma c'è un'altro motivo per cui è preferibile fare la Tipizzazione. Il cancro del collo dell'utero è il più frequente nella popolazione femminile ma, se venisse diagnosticato precocemente, il tasso di sopravvivenza sarebbe quasi del 100% ! Il Pap Test costituisce attualmente la tecnica più diffusa per diagnosticare precocemente il cancro cervicale, come mai allora "sfuggono" ancora al Pap Test tante diagnosi e si continua a morire ancora per questa patologia?
Il cancro del Collo dell'utero (carcinoma Cervicale) non nasce mai all'improvviso ma si sviluppa molto lentamente occorrono, infatti, dai 10 ai 20 anni, affinché compaiano le prime cellule neoplastiche. Da qui l'importanza di identificare il virus HPV nelle donne giovani.
Il virus HPV colpisce le donne quando sono ancora giovani, 25-35 anni, (ed in alcuni casi anche prima dei 25 anni), nella maggior parte l'infezione è asintomatica e fortunatamente il sistema immunitario reagisce adeguatamente riuscendo a tenere sotto controllo il virus. Tuttavia in alcune donne l'infezione da virus HPV provoca alcune alterazioni cellulari visibili al Pap Test. Di fronte ad un risultato ASCUS al PAP TEST è giusto fare ulteriori indagini quali: Colposcopia ed eventuale biopsia, ma non basta. Il Pap test, la Colposcopia e la Biopsia, ci danno informazioni preziose ma non ci dicono con certezza se è stato contratta un infezione da virus HPV. L’esame che consente con certezza di sapere se è stata contratta o meno un infezione da virus HPV è la Tipizzazione.
Il cancro del collo dell'utero è causato dal Virus HPV e vi sono evidenze che se manca il Virus HPV il cancro del collo dell'utero non possa a svilupparsi. Pertanto di fronte ad un Pap Test alterato o ASCUS sarebbe limitativo non effettuare anche la Tipizzazione HPV che ci dice anche quali ceppi virali sono presenti. Questo è molto importante perché fortunatamente non tutti i ceppi di virus HPV provocano il cancro, ci sono ceppi innocui, ceppi a basso rischio, ceppi a rischio e ceppi ad altro rischio. Con la Tipizzazione HPV possiamo sapere a quale ceppo appartiene il Virus HPV e regolarci di conseguenza. Con la Tipizzazione HPV quindi si possono identificare i soggetti maggiormente a rischio che in tal modo potranno essere seguiti e curati adeguatamente, riuscendo a prevenire efficacemente il cancro.
Si deve richiedere la tipizzazione per ogni donna che esegue il pap test e che abbia rapporti sessuali?
Se un pap test risulta alterato, qualsiasi alterazione anche minima, è prudente richiedere anche la Tipizzazione in quanto si deve considerare che:
Mi hanno scoperto un’infezione da virus HPV ceppo 18, con lesione displastica di basso grado. Oltre al trattamento locale il ginecologo mi ha consigliato di fare anche il vaccino, anche se ho 42 anni. Sono stata dal mio medico di famiglia per riferire la cosa e lui mi ha sconsigliato di fare tale vaccinazione ritenendola inutile. Come mi devo comportare?
Segua il consiglio dello specialista che si occupa specificamente di questi problemi, faccia il vaccino cosi come lui le ha prescritto e non dia retta alle parole di chi esprime un’opinione personale che purtroppo non corrisponde a quanto la comunità scientifica raccomanda.
Esistono terapie antivirali per l'HPV?
Le nuove terapie e i vaccini come quello per l'HPV, esistono, sono venduti in Farmacia, comunque è noto che circa il 70%, e forse anche più, delle persone che presentano un’infezione da virus HPV, può guarire spontaneamente, anche senza alcuna terapia, in due o tre anni. Ci si deve però chiedere:
Non si può sapere a priori se un soggetto affetto da virus HPV guarirà spontaneamente, senza cure. Sappiamo però che i soggetti più giovani sono quelli che più facilmente hanno questa possibilità di guarigione spontanea. Un altro fattore è il ceppo virale, ci sono ceppi non a rischio che determinano solo condilomi, e ceppi a rischio che oltre ai condilomi possono determinare displasia e cancro.
Come curare chi è affetto da una infezione da virus HPV?
Per la cura del virus HPV sono state proposte interessanti novità, nuovi farmaci (es. Imiquimod, Cidofovir,) i vaccini per l'HPV Gardasil e Cervarix, per cui, è ipotizzabile che tra breve potrebbero iniziare a cambiare anche i protocolli di cura. Intanto secondo le ultime linee guida, finalmente si riconosce l'importanza della ricerca e della tipizzazione per il virus HPV e si ammette in alcuni casi la possibilità di trattare chirurgicamente anche la displasia lieve (CIN I).
Come prevenire l'infezione da HPV?
Fondamentale utilizzando le comuni norme igieniche ed i rapporti sessuali protetti, ma a quanto pare non bastano, la vera novità sono le terapie mediche per l'HPV e l'utilizzo dei vaccini profilattici Gardasil e Cervarix per l'HPV anche in senso terapeutico. E’ stato messo in evidenza che il vaccino per l'HPV funziona anche nei soggetti che non sono più adolescenti per cui è ragionevole pensare a riguardo del vaccino per l'HPV che non sarà sufficiente vaccinare solo le adolescenti, come altri vaccini, il vaccino per l'HPV può essere esteso a tutta la popolazione "a rischio" per un infezione da HPV, che poi sono le stesse del vaccino per l'epatite B, per esempio:
Il vaccino per l'HPV funziona anche per i maschi ed è oramai stabilito che non esistono limiti effettivi di età per l'efficacia del vaccino. Le nuove terapie mediche per l'HPV compreso l'utilizzo del vaccino HPV come terapeutico anche a persone adulte, sono efficaci, anche se per il momento non sono inserite nei protocolli, tuttavia, con le opportune cautele, possono essere prescritte, nell'ambito del rapporto di fiducia medico paziente.
Ho effettuato un pap test ed è risulta una lieve displasia del collo uterino LSIL, con presenza di coilociti. Il reperto è stato confermato all’esame colposcopico per cui mi è stato fatto anche un prelievo per ricerca ed eventuale tipizzazione del virus HPV che è risultata negativa. Mi è stato detto che essendo negativo il test per l'HPV, non devo preoccuparmi e non devo fare nessuna terapia, eventualmente ripetere il pap test tra 6 mesi; sono comunque preoccupata…cosa potrei fare?
Le è stata riscontrata una lesione da virus HPV ma la successiva tipizzazione è risultata negativa, vediamo come ciò possa accadere.
Dalla sua biopsia risulta la presenza di coilociti, poichè i coilociti non sono altro che il corpo del virus HPV presente nel citoplasma delle cellule, ne deriva che il virus HPV è presente, pertanto l'esame della ricerca ed eventuale tipizzazione da lei effettuata potrebbe essere incompleto o il risultato di un prelievo inadeguato.
Ma come mai questo? La spiegazione è semplice, dipende sia dalla metodica che viene utilizzata in un determinato laboratorio intesa come soglia di sensibilità e numero di ceppi testati ma anche dalle modalità di prelievo.
Quindi in caso di tipizzazione negativa a fronte di lesioni da virus HPV occorre ripetere il test affidandosi ad un laboratorio all'avanguardia, che faccia la tipizzazione per tutti i ceppi di virus HPV che possono infettare l'uomo (Tipizzazione completa) e che rispetti scrupolosamente i protocolli di prelievo.
In seguito ad un pap test positivo per displasia LSIL, confermata alla colposcopia ed all’esame istologico, mi sono sottoposta a tipizzazione risultata positiva al virus HPV ceppo 31. Mi è stato detto che converrebbe aspettare che la lesione guarisca da sola o intervenire se per caso venissero a determinarsi altre lesioni o un peggioramento della stessa. Poiché non ci sono cure farmacologiche per combattere il virus mi è stato consigliano di aspettare e rifare gli esami ogni 6 mesi. Ma non c'è il rischio di trasmetterlo ad altre persone, ad esempio al mio compagno a cui tra l'altro nessuno ha consigliato di fare qualche accertamento?
Il ceppo di virus HPV da cui è stata contagiata è un ceppo "a rischio". In particolare il ceppo 31 ha circa il 10% di possibilità di progredire (questo è il rischio). Ciò vuol dire che: su 100 donne nella sua identica situazione, 90 guariranno entro un anno, senza terapia, 10 invece svilupperanno prima o poi una lesione displastica che potrebbe evolvere, anche se raramente, ulteriormente. Di fronte a questa situazione molti medici, oggi, preferiscono aspettare, senza alcuna terapia, ed agire solo quando ci si dovesse trovare di fronte ad una lesione più grave. Ecco quindi come mai la lesione lieve CIN I - LSIL, di solito, non viene trattata (a meno che la giunzione non sia visibile!). La displasia media o grave (CIN III - HSIL) per essere trattata efficacemente necessita di un trattamento più distruttivo che è la conizzazione o LEEP, in pratica si asporta un cono, più o meno spesso, di collo uterino. E’ comunque da tener presente che una donna che si sottopone a conizzazione, potrebbe talora avere qualche problema a rimanere in gravidanza. Alcune delle donne sottoposte a conizzazione infatti per avere figli, hanno dovuto ricorrere a tecniche di procreazione medicalmente assistita. In genere, dopo la conizzazione non viene proposta nessuna terapia medica da affiancare alla chirurgia, ci sono talora recidive ed alcune di queste recidive potrebbero essere peggiori della prima manifestazione.
Si ritiene che la displasia lieve (CIN I) correlata ad un ceppo HPV ad alto rischio (anche con giunzione visibile) si possa trattare. Tale lesione si può trattare, se la paziente è d'accordo, dopo aver fatto le biopsie, con una semplice causticazione, con radiofequenza o con laser, la causticazione è una procedura minimamente invasiva, che consiste nel distruggere solo un sottile pellicola di tessuto, che poi si rigenera nel giro di poche settimane.
Ovviamente se invece:
si può anche optare per una politica di vigile attesa. Inoltre è bene tener presente che per curare, senza rischi di recidiva, le lesioni displastiche (ed anche le lesioni condilomatosiche) si dovrebbe pensare anche ad una terapia specifica anti-virus HPV, in quanto se non si eliminano i virus HPV dal nostro organismo si potrà sempre essere esposti alle recidive.
Sono portatrice di una LSIL ho sentito vagamente parlare della Tipizzazione e nessuno mi ha mai parlato di una possibile terapia medica per il virus HPV, anzi mi è stato detto più volte che la terapia antivirale non esiste e che non si può guarire dal virus HPV. E’ necessario che anche il mio partner si sottoponga ad un controllo o è inutile?
La terapia medica dell'HPV è ormai ben conosciuta i farmaci ci sono e funzionano anche bene; vediamo quali sono i più importanti ed efficaci:
Nei protocolli attuali si preferisce non fare alcuna terapia per le LSIL /CIN 1, considerando che in genere circa il 70% di tali lesioni potrebbe guarire spontaneamente, per cui si dovranno trattare quelle lesioni che ai controlli successivi evolveranno in CIN 2, CIN 3, o HSIL anche se a nessuno fa piacere aspettare che la displasia si aggravi per essere curata.
Dal virus HPV si può guarire, vediamo con quali modalità:
Una volta entrato nell'organismo il virus HPV può comportarsi in modo piuttosto variabile ed infatti è possibile:
Ciò dipende da molti fattori tra cui l'aggressività del ceppo virale HPV e il modo di reagire del sistema immunitario del soggetto infettato per cui aiutando il sistema immunitario a reagire si renderà più facile la guarigione. Per quanto riguarda il ruolo del partner anche per l’HPV, come in tutte le malattie sessualmente trasmesse, il maschio si comporta da portatore, trasportando il virus da una donna all'altra con i rapporti sessuali. Per il partner maschile, per il momento, i protocolli ancora non prevedono una linaea di comportamento univoca, però il problema esiste, ed è molto importante individuare i maschi affetti, con la ricerca e tipizzazione del virus HPV, e curarli adeguatamente in caso presetassero lesioni da HPV, altrimenti si rischia la diffusione "a macchia d'olio" dell'infezione.
Ho 34 anni ed ho scoperto di essere infetta da HPV genotipo 31. Mi é stato detto che devo monitorare continuamente la situazione facendo ogni 3-4 mesi pap test e colposcopia in modo da cogliere una eventuale evoluzione peggiorativa della displasia. Sono perplessa…è un comportamento giusto?
Non basta soltanto monitorare la situazione, perché significherebbe monitorare un incendio senza fare nulla per spegnerlo e poi chiamare i pompieri quando è troppo tardi.
Il ceppo 31 è un ceppo a rischio di HPV ed il rischio è quello di trasformare le cellule che lo ospitano in cellule cancerogene. Quanto è alto questo rischio? Il ceppo 31 è un ceppo ad alto rischio, diciamo però che si tratta sempre di un rischio relativo.
Attenzione!!! quando c'è un virus HPV a rischio c'e' sempre una lesione potenzialmente cancerogena sulla cervice o all'interno del canale cervicale ((LSIL - HSIL)
Purtroppo la semplice colposcopia non sempre riesce a vedere la lesione, occorre allora anche una biopsia. In base al risultato (istologico e tipizzazione) si programmerà la terapia che potrà essere:
Per terapia chirurgica si intende la causticazione della superficie della cervice e di eventuali condilomi genitali, mentre in alcuni casi sarà necessaria anche la Conizzazione.
La terapia medica si basa su farmaci che aiutano il sistema immunitario a combattere il virus.
Ho avuto il risultato della biopsia effettuata nel corso di una colposcopia che mi fu prescritta a seguito di un Pap Test di screening in cui si conferma la presenza di CIN 2, per cui mi hanno consigliato di fare una conizzazione. Volevo sapere cosa significa il termine CIN 2 e se è proprio necessario fare questo intervento.
Cos'è il CIN 2?
Il CIN è un termine di una vecchia classificazione del Pap Test, (letteralmente: Cervical Intraepitelial Neoplasia). Esistono tre gradi di CIN:
Purtroppo il CIN 2 ancora oggi crea confusione e sopratutto ha prodotto molti errori di trattamento, in effetti sono state fatte molte conizzazioni per CIN 2 che avrebbero potuto essere evitate. Ed è per questo motivo che nel 2001 in un congresso mondiale che si è tenuto a Bethesda si è deciso di abbandonare la vecchia classificazione del CIN ed adoperare la nuova classificazione LSL/HSIL (Displasia Lieve /Displasia Grave).
Per quanto riguarda la conizzazione, si deve tener presente che questo intervento , in alcuni casi potrebbe diminuire la fertilità, a tal punto che talora potrebbe essere necessario il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita. Pertanto prima di effettuare tale intervento (conizzazione) occorre essere sicuri della sua indicazione. Il protocollo più recente quello di Bethesda 2001, prevede la conizzazione solo in caso di displasia grave (HSIL), mentre la displasia lieve (LSIL) potrebbe essere al massimo trattata con una semplice DTC (diatermocausticaizone) che non comporta alcun problema per la fertilità.
Per quanto riguarda la ricerca e la tipizzazione del virus HPV, al giorno d’oggi deve essere consigliata, tale esame è finalmente previsto dai protocolli. La sua utilità consiste nel sapere qual'è l'entità del rischio che si corre. E’ consigliabile quindi effettuare un DUO PAP, si tratta di un Pap test con il sistema Bethesda 2001, quindi il risultato viene classificato come LSIL/HSIL e si potrà in tal modo capire dove il CIN 2 si viene a collocare e cioè se è: una lieve displasia o una grave displasia. Con il Duo Pap si ricerca, e viene eventualmente tipizzato, anche il virus HPV; pertanto con un solo prelievo si fanno entrambi gli esami. I tempi di attesa per i risultati del DUO PAP sono abbastanza rapidi circa due settimane.
Che cosa si fa a fronte ad un Pap Test con ASCUS?
Ovviamente non serve a molto ripetere soltanto il Pap Test e vediamo perché: si è oramai accertato che tutti i cancri cervicali sono associati con i ceppi a rischio del virus HPV, quindi se individuiamo quali ASCUS sono associati ai ceppi a rischio del virus HPV, riusciremo a individuare quali sono gli ASCUS più a rischio di essere associati a cellule maligne. In caso di risposta ASCUS al Pap Test occorre effettuare la Tipizzazione HPV per vedere se c'è un infezione da HPV. Pertanto è consigliabile eseguire la cosiddetta Tipizzazione HPV, si tratta di un esame simile al PAP TEST come prelievo, ci dice le stesse cose del Pap test ma ci dice anche se è presente o meno DNA virale HPV dei ceppi cosiddetti ad alto rischio quelli cioè che possono provocare il cancro della cervice. Dopo aver fatto la Tipizzazione HPV conviene fare anche la Colposcopia ed eventualmente una biopsia cervicale.
Ho 40 anni, ho ritirato la risposta del Pap Test in cui si parla di alterazioni cellulari tipo ASCUS, questo termine che non conosco mi preoccupa…cosa sono le alterazioni cellulari tipo ASCUS ?
La sigla ASCUS significa soltanto che nel suo Pap Test sono state trovate delle cellule squamose atipiche (in pratica cellule alterate) in cui però non è possibile determinare se queste alterazioni sono benigne o maligne. Questo ovviamente non significa che il suo Pap Test è stato effettuato male, ma per precauzione è utile fare qualche accertamento. Nella maggior parte dei casi l'ASCUS è correlato ad alterazioni benigne. ASCUS: questo termine è usato nel sistema di Bethesda per la classificazione dei risultati del Pap Test ed indica che alcune cellule (squamose piane) appaiono insolite e quindi potrebbero, o non potrebbero, essere cellule pre-cancerose. Il 90-95% di tutti gli ASCUS, sono causati da lesioni benigne, principalmente infezioni. Soltanto il 5-10% restante risulta essere collegato a lesioni precancerose.
Che cosa si deve fare quando il Pap Test evidenzia un ASCUS?
Ovviamente ripetere soltanto il Pap Test non serve a molto e vediamo perché: E' stato oramai accertato che tutti i cancri cervicali sono associati con i ceppi a rischio del virus HPV, quindi se individuiamo quali ASCUS sono associati ai ceppi a rischio del virus HPV, riusciremo a individuare quali sono gli ASCUS più a rischio di poter essere associati a cellule di possibile natura maligna.
In caso di risposta ASCUS al Pap Test occorre quanto prima effettuare la Tipizzazione HPV per vedere se effettivamente c'è un’ infezione da HPV. Pertanto si consiglia vivamente di eseguire la cosiddetta Tipizzazione HPV, si tratta di un esame simile al PAP TEST come prelievo, ci dice le stesse cose del Pap test ma ci dice anche se è presente o meno DNA virale HPV dei ceppi cosiddetti ad alto rischio quelli cioè che possono provocare il cancro della cervice. Subito dopo aver fatto la Tipizzazione HPV conviene fare anche la Colposcopia ed eventualmente una biopsia cervicale.