Dott. Vincenzo Alvino

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Il Ruolo Del Testosterone Riguardo Alla Sessualità Femminile

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

Il ruolo del testosterone sulla sessualità femminile 

Il testosterone è l’ormone che è in grado di determinare lo stimolo necessario alla risposta sessuale della donna, oltre che dell’uomo. Questo ormone è prodotto dall’ovaio, dal surrene e dal tessuto adiposo. Insieme agli altri androgeni, tra cui il DHEA (deidroepiandrosterone), è presente anche nell’organismo femminile, cosa per altro poco nota in quanto si tende, in genere, ad attribuire al testosterone una esclusiva appartenenza maschile. Questo ormone raggiunge la sua massima concentrazione nel sangue intorno ai vent’anni, a quarant’anni risulta ridotto di circa la metà, a sessant’anni si riduce a un quarto.

Il testosterone agisce sul cervello, aumentando la dopamina, che è il neurotrasmettitore dell’energia vitale, del desiderio, della voglia di fare, di esplorare, di muoversi, di giocare e di vivere. Esso determina anche un aumento della serotonina, neurotrasmettitore che modula il tono dell’umore possedendo anche un’azione positiva, più generale, su tutte le cellule nervose e in sinergia con gli estrogeni, rappresenta un formidabile agente “anti-age” in quanto tende a rallentare i fenomeni dell’invecchiamento cerebrale, con varie modalità.

Questo ormone possiede anche una potente azione antinfiammatoria, e di conseguenza anche una importante azione anti-aging, in quantoi è proprio la cosiddetta “low-grade inflammation”, cioè l’infiammazione di basso grado di organi e tessuti il denominatore comune dell’invecchiamento ed il testosterone tende proprio a ridurre l’infiammazione inibendo la produzione di molecole infiammatorie da parte dei mastociti, le cellule che attivano questo processo. Il fatto di ridurre l’infiammazione significa aumentare il benessere fisico e psichico e ridurre la vulnerabilità verso i tumori, le malattie cardiovascolari e neurodegenerative che tendono ad aumentare dopo la menopausa ed inoltre il testosterone migliora la capacità delle cellule nervose di riparare i danni del tempo, e di aumentare le connessioni tra le cellule nervose stesse (spine dendritiche), la cosiddetta “neuroplasticità”, da cui dipende la “vivacità” di funzionamento del nostro cervello. A livello genitale, il testosterone migliora il trofismo della cute; stimola l’attività dei fibroblasti, le cellule che producono il collagene, l’elastina e i mucopolisaccaridi, migliorando quindi il“trofismo” del tessuto vulvare, agisce sui corpi cavernosi del clitoride, bulbo vestibolari e periuretrali, da cui dipende l’eccitazione e la capacità di orgasmo, che si riducono del 50% dai venti ai cinquant’anni ed inoltre il testosterone è essenziale nel mantenere quello che viene spesso definito “il profumo di donna”.

Se si desidera mantenere una buona risposta fisica, occorre quindi migliorare la biologia dei tessuti genitali, e una crema al testosterone, se indicata può aiutare molto. E’ possibile perciò far in modo di restare sessualmente (più) giovani, con terapie appropriate e con un giusto dosaggio, terapie che potrebbero essere anche solo locali e sempre ottimizzate con un adeguato stile di vita! Il medico deve valutare se e quando prescrivere tale terapia infatti la crema al testosterone (all’1 o 2%) è una preparazione galenica, ossia preparata dal farmacista su prescrizione medica. Per avere una nuova confezione è necessaria una nuova ricetta. Usata in minima quantità, fa sentire i primi benefici dopo 2-3 mesi, con ottimizzazione a 6 mesi. Gli effetti collaterali potrebbero includere talora acne o una lieve ipertricosi. Tutto dipende dalla dose basta usarne pochissima in modo da averne il massimo beneficio locale senza correre alcun rischio!

Il testosterone quindi non è un ormone esclusivamente maschile ed in realtà è presente anche nella donna, è prodotto dalle ovaie e dal tessuto adiposo dal surrene. E’ di estrema importanza anche per il cervello delle donne. Che sia utile, insieme agli estrogeni, è stato ulteriormente dimostrato da una importante ricerca che ha seguito circa 1400 donne, alle quali in età fertile erano state asportate una o entrambe le ovaie, determinando una menopausa chirurgica. A causa di questo intervento le donne avevano perduto non solo tutto l’estradiolo, ma anche il cinquanta per cento o più del testosterone. Queste donne sono state seguite per 25-30 anni, un tempo effettivamente lunghissimo, paragonando la loro salute cerebrale con altrettante donne di controllo, ed è stato visto che la menopausa precoce per asportazione delle ovaie, e la conseguente carenza di estrogeni e testosterone, se non opportunamente trattata, può determinare:

  • Un aumento del rischio di alterazioni cognitive e di Alzheimer, rispetto al rischio di base delle donne in cui le ovaie restano in sede e continuano a funzionare;

  • La menopausa precoce chirurgica aumenta anche il rischio di malattia di Parkinson, ossia di alterazioni della parte del sistema nervoso (“nigrostriatale”) che coordina il movimento;

  • Altri studi indicano come in questi casi soffra di più anche il sistema neurovegetativo, con vampate, sudorazioni profuse, insonnia e maggior rischio di ipertensione ed il sistema limbico, con aumentata tendenza alla depressione e all’ansia; Vi è inoltre anche una netta diminuzione del desiderio sessuale e della capacità di eccitazione, e tutto ciò tende a bloccare anche la vita intima di una donna per altri aspetti ancora giovane.

Si può affermare con sicurezza che il cervello soffra in toto per la carenza anticipata di estrogeni e testosterone, con sintomi importanti che possono presentarsi con varie tempistiche e la comparsa di tale sintomatologia può essere:

  • Precoce, per quanto riguarda i sintomi neurovegetativi;

  • Intermedia, per quanto riguarda i sintomi emotivi;

  • Tardiva, per quanto riguarda i sintomi legati ai gravi deficit del pensiero e della memoria, tipici dell’Alzheimer, e della capacità motoria, tipici del morbo di Parkinson, deficit che compaiono quando sono già state distrutte il 70-80% delle cellule nervose che coordinano queste funzioni.

Dal punto di vista fisiopatologico è stato dimostrato che il testosterone fa aumentare un fattore neurotrofico, ossia una sostanza che nel cervello aiuta la riparazione delle cellule nervose e stimola le cellule staminali a differenziarsi in neuroni. Questa sostanza è il “Brain Derived Neurotrofic Factor”, appunto il fattore cerebrale che nutre il cervello e le donne in menopausa chirurgica potrebbero ridurre questo rischio con una appropriata terapia ormonale sostitutiva che accanto agli estrogeni (per bocca, in cerotto, o in gel transdermico) utilizzi anche il testosterone, disponibile in cerotto, farmaco già approvato per il trattamento delle donne relativamente ai disturbi del desiderio sessuale, appunto dopo menopausa chirurgica.

Il Testosterone infatti è in grado di aumentare non solo il senso di benessere, l’energia vitale, l’assertività ma anche la memoria e l’abilità motoria ed inoltre aumenta anche il desiderio sessuale ma, con questa rilettura dei possibili effetti positivi del testosterone su tutto il cervello, bisognerebbe dire che questa terapia è essenziale non tanto o non solo per la sessualità, ma soprattutto per l’aspettativa di salute su come invecchiare al meglio sia mentalmente che dal punto di vista dell’autonomia e dell’abilità motoria. In caso la donna presentasse già una qualche forma di Parkinson è possibile rallentarne la progressione, e migliorarne la risposta ai farmaci, con la terapia ormonale sostitutiva. Terapia che alle donne può offrire molti vantaggi, come dimostrano tanti studi, se usata con intelligenza clinica, con le dosi appropriate e iniziandola al momento giusto; inoltre per non limitarsi all’aiuto farmacologico, un altro incoraggiamento deve senz’altro venire dallo stile di vita. Ballo e musica aiutano infatti le persone affette da Parkinson a sincronizzare meglio i movimenti, riuscendo così a modulare con maggiore efficacia la rigidità e i tremori indotti dalla malattia. Bisogna in ogni caso assolutamente evitare l’immobilizzazione e la limitazione del movimento, anzi queste persone dovrebbero essere incoraggiate a muoversi a tempo di musica, a casa e nella riabilitazione in quanto anche questo tipo di stimolo, piacevole e complesso, incoraggia la neuroplasticità, ossia la capacità riparativa delle cellule nervose, tanto meglio se in associazione con una terapia ormonale.

Un oculato utilizzo della crema al testosterone comporta certamente dei vantaggi per migliorare la risposta sessuale della donna, soprattutto dopo la menopausa.

In caso di perdita del desiderio sessuale, specie dopo un intervento di ovariectomia bilaterale, è essenziale parlare con il proprio ginecologo, che valuterà l’opportunità di trattare il disturbo anche dal punto di vista della terapia ormonale, non solo con ormoni estrogeni, ma eventualmente anche con testosterone.

Sintomi menopausa - La visita ginecologica